N. Cuneo, nel suo volume sulla Storia dell'emigrazione italiana in Argentina (1810-1870) [Milano, 1940], più volte sottolinea l'abilità imprenditoriale degli immigrati italiani, destinati spesso ad affermarsi celermente come imprenditori, artigiani, commercianti ed anche quali liberi professionisti.
L'autore, che sempre sottolinea la precocità storica dell'immigrazione genovese, mette, tra l'altro, in evidenza la particolare ingegnosità ligure nel cogliere l'importanza dell'iniziativa imprenditoriale nel settore terziario di un paese indubbiamente in grande espansione, come l'Argentina, ma in cui, oltre che di adeguati pubblici ritrovi, si avevano ignoranza od imperizia, addirittura, delle tecniche basilari onde realizzare in loco (senza cioè ricorrere, come da vecchissima e costosa consuetudine, all'importazione dal Vecchio Continente) di pasticcini, confetti, leccornie e bevande voluttuarie di qualità, compresi il caffè ed il latte.
Al riguardo il Cuneo scrisse: "Poiché s'é sparsa la voce che i confettieri siano ricercati, un altro genovese, il Costa, compie un gesto di coraggio, ed apre [in Buenos Aires] nel 1855, tra le vie Cangallo e Bartolomé Mitre, in via Florida, una confetteria: la Confiteria del Aguila [di cui si vede sopra un'immagine antiquaria conservata nell'archivio del "Museo della canzone di Vallecrosia (IM)"], che diverrà celebre. I fratelli Roverano, liguri anch'essi, aprono la Confiteria del Gas che sarà il più elegante dei ritrovi".
Siffatti ritrovi diverranno presto punti di riferimento mondano, dove non sarà difficile coniugare con la tradizione autoctona e l'egemone cultura spagnola esperienze mondane ed artistiche di matrice ligure dapprima e quindi più estesamente italiana: molti artisti italiani e parecchi teatranti passeranno per questi locali e fra le loro mura più volte echeggeranno tanto le melodie colte quanto i canti patriottici ed ancora le note delle più celebri canzoni popolari di svariate estrazioni regionali italiane.
da Cultura-Barocca