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lunedì 30 luglio 2018

Savona, un tempo...

Savona: vista sulla Fortezza del Priamar - Fonte: Wikipedia
Le origini di Savona risalgono all'insediamento dei Sabatii sul promontorio del Priamar nel IV secolo a.C.
La prima citazione storica è di Tito Livio che definì la località come Savo Oppidum Alpinum nel 205 a.C. e la definì alleata di Cartagine .

L'importanza di SAVONA venne rapidamente meno da quando Roma fondò la citta' di Vada Sabatia.

Tuttavia un qualche tipo di insediamento ed una certa attività sociale, collegata ad un complesso demico, vi sopravvisse: è quanto sostennero (contro una certa miopia interpretativa di archeologi e storici accreditati) Giorgio Rossini, Maria di Dio e Elvio Magnone in una loro collegiale tesi di laurea: grazie anche all'aiuto del relatore Giuseppe Caniggia, concentrando le loro attenzioni su una mappa del 1870 dell'Archivio dell'ufficio tecnico del Comune di Savona, mappa che riproduceva l'assetto di Savona prima delle grandi trasformazioni urbanistiche della città nel II Ottocento, individuarono nella zona detta dei CASSARI un andamento del territorio su assi ortogonali che si individua generalmente allorquando un qualche complesso medievale è stato impiantato su una preesistente castramentazione di epoca romana, come è stato recentemente confermato da alcuni RITROVAMENTI.
VADA SABATIA fu scelta, come centro realizzato ex novo in alternativa alla ancora poco fida Savo storica "capitale" dei liguri Sabatii come punto terminale costiero della consolare Via Aemilia Scauri (109 a.C.), ma quasi certamente solo in età augustea il centro assunse caratteristiche urbane anche in funzione della realizzazione della grande via commerciale Julia Augusta e quindi dell'inserimento di Vada Sabatia nella complessa ramificazione del mercato apero imperiale.
La planimetria di Vado romana è comunque tuttora sconosciuta: anche se si sono rintracciati i resti di una casa romana negli scantinati del municipio di Vado, in Piazza S. Giovanni Battista (II secolo a.C. - IV secolo d.C.).

Sulla base delle fonti, dell'antica cartografia romana tardo imperiale e di alcuni autori tra cui Plinio Seniore è facile supporre tuttavia l'importanza del ruolo della località per i traffici essendo un crocevia di incontri tra strade importanti: vi perveniva, scendendo da Tortona, e poi Acqui, la Julia Augusta e contestualmente vi terminava il suo lungo viaggio la via Aurelia la cui ultima tappa significativa era stata la località ligure costiera di ALBA DOCILIA [In epoca romana sorse, nella pianura di Albisola, un centro di notevole importanza. ALBA DOCILIA è ricordata in alcuni documenti romani e si trova segnata sulla più celebre carta delle strade dell'Impero Romano, compilata nel IV secolo e conosciuta col nome di Tavola Peutingeriana, dal nome del suo scopritore.
Sulla "Tavola Peutingeriana" Alba Docilia è segnata come stazione della strada romana tra Genua (Genova) e Vada Sabatia (Vado), che era allora un nodo stradale di estrema importanza. La strada romana, l'antica via Aurelia, il cui percorso si può ricostruire sulla base di alcune scoperte di tombe e di monete, e che coincide col percorso dell'antica strada a monte, rimase in funzione fino all'epoca napoleonica e fu abbandonata soltanto con la costruzione della litoranea in età napoleonica. La strada romana, per quanto si è potuto dedurre dal lato topografico, doveva fare il suo ingresso in Albisola dalla parte di Genova al Ponte dei Siri, per poi scendere alla Cappella di San Sebastiano, raggiungere le falde del Castellaro, attraversare la contrada Villa di Albisola Superiore e il torrente Sansobbia, toccare la frazione di Grana e quindi proseguire verso Vado, per il Bricco Spaccato. In seguito alle invasioni barbariche, la popolazione di Alba Docilia abbandonò le abitazioni della 'pianura e si ritirò su posizioni più facilmente difendibili, secondo un processo storico che si nota, non soltanto qua, ma in tutto il mondo romano. Sorsero allora e si svilupparono due distinti, centri, corrispondenti ai due futuri comuni delle Albisole]. 

Contestualmente era nota la vitalità dell'approdo marittimo di Vada Sabatia dove sorgevano i terminali di molte aziende commerciali, tra cui, con estrema probabilità, il legname che dall'area pedemontana alimentava l'importante azienda di esportazione di Publio Elvio Pertinace.
Nonostante la carenza di rinvenimenti archeologici un contributo rilevante sull'analisi della romanità nell'agro di Vado romana lo offre lo studio dei ponti della Val Quazzola.
Questa valle, denominata nel Medio Evo Tre Ponti, è tuttora interessata da una mulattiera (chiamata strada romana) che quasi certamente insiste sul percorso antico della Via Aemilia Scauria (il cui tragitto in effetti era più arduo di quello della Julia Augusta specie in prossimità di Capo Noli) e lungo la quale si allineano SEI PONTI ROMANI DI CUI DUE ANCORA TRANSITABILI.

Dopo le invasioni barbariche SAVONA divenne poi un importante insediamento bizantino contro le pressioni degli invasori Longobardi.
SAVONA fu distrutta nel 643 da Rotari re dei Longobardi, ma durante il IX e X secolo diventa capitale della Marca Aleramica e successivamente un libero Comune.

Savona ha poi combattuto una lunga guerra con Genova (il Bertolotti a questi rapporti, mai facili con Genova, e alla storia di Savona dedica questo lungo capitolo del suo libro sulla Liguria Marittima ed anzi esamina in maniera dettagliata ogni cosa...) e ha raggiunto la sua massima espansione quando due cittadini di Savona diventarono Papa: Sixtus IV e Giulius II.

da Cultura-Barocca