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sabato 11 marzo 2017

Sull'editto di Saint-Cloud

Sulla linea del clericalismo tradizionalista ma, in direzione artistica, anche della poesia della "corrispondenza d'amorosi sensi" del Foscolo - oltre che della lirica delle macerie e del passato di Giuseppe Luigi Biamonti di San Biagio della Cima (IM) ed ancora di una poesia cimiteriale più legata a temi civili e patriottici come Un'Ora al Cimitero di Giorgio Briano -, vari provvedimenti anticlericali - ma non solo - di Napoleone Bonaparte vennero intesi blasfemi o quantomeno riprovevoli sia dal clero (vedasi qui l'esempio di Padre Vitaliano Maccario da San Biagio della Cima) che dalla popolazione fortemente cattolica. 
Tra questi atti si possono citare il tentativo dell'introduzione dell'Istituto del Divorzio in Italia e la prigionia francese (1805) di Papa Pio VII, il quale - una volta liberato nel contesto della crisi napoleonica - non a caso attraversò la Liguria tra una folla immensa e festante, di cui si parla entro il basilare Manoscritto Borea.  
Il provvedimento più avversato per molteplici ragioni, é quello passato alla storia come Editto di "Saint-Cloud" del 5 settembre 1806, per la revisione dei regolamenti di inumazione dei cadaveri nei cimiteri (la normativa era già stata regolata in Francia con Editto del 12 giugno 1804). 
In effetti la condizione dei cimiteri e delle inumazioni nelle Chiese era un problema di cui la scienza si era già resa conto, come si legge nel qui digitalizzato "Manoscritto Wenzel".
Problemi di igiene, ma anche di illeciti commerci e paurose superstizioni usuali nei vecchi cimiteri, si riscontrano nella "Relazione" del Medico Giuseppe Gautieri, Delegato del Dipartimento dell'Agogna [Il Dipartimento dell'Agogna (che prende il nome dall'omonimo corso d'acqua) fu uno dei dipartimenti della Repubblica Italiana (1802-1805) e del Regno d'Italia Napoleonico. Il dipartimento comprendeva il territorio delle attuali province di Novara, Verbano-Cusio-Ossola e in parte quello delle province di Pavia e Vercelli].
Analizzando il suo studio, pare indubbio che le considerazioni di Gautieri dal lato scientifico risultano inoppugnabili e per nulla condizionate, ma anche oltremodo utili per evitare il secolare terrore delle morti apparenti e delle inumazioni di individui destinati ad uno spaventoso risveglio. Senza dimenticare il caso della dispersione delle ceneri degli arsi sul rogo come eretici e supposte streghe e delle sepolture scomposte, per rei di sacrilegio non esclusi i suicidi inumati in terra non consacrata con "testa volta all'ingiù".

Tutto questo, pur contribuendo potentemente alla pubblica igiene e alla consistente riduzione di sacrilegi e profanazioni, non impedì comunque il sopravvivere di paure antiche, destinate ad influenzare sia la letteratura lugubre e sepolcrale del preromanticismo quanto ancor più - specie sulla linea del terrore per le Morti Apparenti e più estesamente del tema ancestrale della paura della morte e della lotta per la conservazione del corpo - ad alimentare quella potente letteratura fantastica e orrorifica, che caratterizzò l'Ottocento e che fu spesso incentrata su lugubri sepolcrali vicende e i nomi dei cui autori costituiscono di per sé garanzia di grandezza.