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giovedì 26 maggio 2016

Sui monaci antoniani

 
 
I monaci antoniani (così detti dall'anacoreta egiziano Sant'Antonio abate) o, come saranno poi denominati dalla loro base europea di espansione, i CANONICI REGOLARI di Sant'Antonio, arrivarono in Italia da VIENNE nel contesto di una STORIA TANTO ANTICA quanto talora ABBASTANZA CONTROVERSA, procedente dalla tormentata AFFERMAZIONE DEL CRISTIANESIMO TRA LIGURIA E PROVENZA e quindi passata attraverso l'ESPANSIONISMO ISLAMICO E QUINDI L'AFFERMAZIONE DELL'IMPERO TURCO...

Alle origini della loro vicenda terrena gli Antoniani gradualmente si espansero dall'area provenzale nel Ponente Ligure (entro il contesto dell'espansionismo monastico pedemontano verso il mare e i tragitti della fede) non solo per dare ricetto a viandanti e pellegrini della Fede nei Luoghi Santi della Cristianità, ma soprattutto col fine (caratterizzato sulla loro veste dalla presenza del celebre TAU) di assistere e soccorrere i malati in particolare di ERGOTISMO E/O DI HERPES ZOSTERS.

L'Ordine fiorì in Liguria occidentale: la sua fortuna si sviluppò in modo direttamente proporzionale all'aumento dei traffici in quelle contrade, con una sempre maggior frequenza di individui " foresti" malati o sospetti di "portar contagio", temutissimi lebbra e peste. 

La sua opera assistenziale perdurò fin al XVIII secolo quando ne sopraggiunse la soppressione.

Gli "Antoniani" non erano a livello della loro genesi un Ordine cavalleresco religioso organizzato secondo una regola, ma piuttosto una confraternita laica;  che venne poi approvata da papa Urbano II nel 1095 e confermata da papa Onorio III con bolla papale nel 1218. 

L'Ordine ospedaliero dei canonici regolari di S. Agostino di S. Antonio abate di Vienne, detto comunemente degli Antoniani Viennois o di Vienne o, nel regno di Napoli, di Vienna, fu in effetti istituito - con conseguente emancipazione dall'autorità dei Benedettini - solo nel 1297 da papa Bonifacio VIII, con la bolla Ad apostolicae dignitatis, sotto la regola di S. Agostino. 

Alle origini la confraternita era formata da infermieri e frati laici, che avevano come superiori religiosi i Benedettini dell'abbazia di Montmajeur presso Arles, sottomissione che provocava continui litigi e discussioni, a casusa dell'autorità che questi ultimi esercitavano sugli infermieri e i frati laici "antoniani". 

La cura per via di "terre medicamentose" è antichissima e si potrebbe riandare ai tempi degli ospedali militari romani e del medicus castrensis oltre che della letteratura medica di cui potevano avvalersi...

Nel Duecento i monaci antoniani ebbero il merito di tentare nuove strade diagnostiche e curative contro queste malattie epidermiche ed oltre ad acque termali ed argille curative si valsero delle proprietà salutari attribuite al grasso della carne di maiale: durante il Medioevo, la tradizione e le discipline mediche del passato vennero riscoperte...  specie ad opera degli ordini monastici ed al loro recupero dei testi classici. 

Sulla direttrice dei movimenti monastici, all’inizio del X secolo, la Scuola Salernitana, la più antica istituzione medievale dell’Occidente europeo per l’esercizio e l’insegnamento della medicina, recuperò parte di quegli antichi e rivisitati insegnamenti. Per esempio nel capitolo IX del Regimen sanitatis o Flos medicinae Salerni si fa cenno alle proprietà nutrienti della carne di maiale attribuendole, nel capitolo XXV, una valenza terapeutica. In effetti in parecchie chiesuole del ponente ligure esistevano un tempo affreschi impressionanti (fatti poi ricoprire dai Parroci) di uomini disperati dal volto suino (quelle immagini eran correlate per alcuni alla tradizionale equivalenza simbologica maiale-demone, mentre a giudizio non trascurabile di altri costituirebbero un ricordo delle grandi affezioni dermatologiche contro cui quei monaci combatterono, acquisendo il diritto di immunità di pedaggio sui pascoli pubblici, pei maiali che allevavano, caratterizzati dal marchio "Tau" tipico del loro Ordine...

E presso la canonica di S. Antonio di Ranverso sulla diramazione della via Francigena, che dall'Europa Centrale tramite il Cenisio portava al mare Tirreno, si nota ancora adesso un eccezionale strumento del lavoro terapeutico degli Antoniani, cioè la stadera per la pesa dei maiali dai quali si estraeva il grasso medicamentoso...

da Cultura-Barocca
 
n.d.r. in data 30 marzo 2024: Gli Antoniani non usarono mai la stadera citata nel precedente articolo. Questo è quanto fa giustamente rilevare il signor Ersilio Teifreto, di cui si riproducono qui di seguito per stralci alcune email, che si sono susseguite dall'agosto 2023, in quanto su Cultura-Barocca non è stato ancora possibile verificare opportune correzioni: "Mi chiamo Ersilio Teifreto, Allievo del defunto Maestro Mons. Italo Ruffini che ha dedicato la sua vita all'Abbazia o Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso, e decano Storicista dell'Espansione dell'Ordine Antoniano partendo dalla Casa Madre di Saint Antoine L'Abbaye nell'Isere, con i quali sono associato con l'incarico di rappresentarli in Italia, passando da Ranverso che insiste nei comuni limitrofi di Rosta e Buttigliera Alta (TO).
Ci sono delle rettifiche da apportare sull'articolo dopo i recenti ritrovamenti con punzonature da me ritrovate che attestano la data originale della Stadera catalogata al Museo della Bilancia di Campogalliano Modena.
[...] scelga lei come modificare l'origine della nascita della storica Stadera, si sforzi anche lei come me ed altri studiosi adeguandosi all'Ufficialità del Museo della Bilancia seguendo con un suo Format la mia segnalazione di ritrovamento sulla trave che riporta la data di costruzione del fabbricato Stadera 1864 quando i Monaci ed i maiali non c'erano più, invece lei Erroneamente sull'articolo scrive come altri che immaginavano la Stadera fosse stata costruita ai tempi dell'Ospedale e  serviva per pesare i maiali. Pure noi prima del ritrovamento della punzonatura facevamo ragionamenti diversi sulla Stadera. Infatti, se vi sono degli scritti sono disseminati non trovabili negli archivi dell'Ordine del Mauriziano di Torino, abbiamo aggiornato questa notizia come hanno fatto molti altri studiosi che si sono occupati della straordinaria Stadera.
[...] la Storicità e la Cultura del luogo Antoniano di Ranverso, infatti ufficialmente questo tipo di Bilancia a sollevamento per grossi pesi a catena fu ideato a fine 1700: scusi le modifiche sono accettate da tutti
[...]  invio copie e-mail di scambio di ricerche sulla Stadera di Ranverso effettuate con la Curatrice del Museo della Bilancia di Campogalliano Modena, Signora Lia Apparuti [...] ricavare i dati  punzonati sulla Trave della Stadera da me scoperti e riportano scritto l'anno di Costruzione: il Museo l'ha già catalogata con la nuova data scoperta infatti fu costruita dopo la decadenza dell'Ordine dei Monaci Antoniani con bolla Papale del 1776  [..] contatto con la Dottoressa Lia Apparuti [...] il mio Portale si chiama: www.torinovoli.it [...] un Link del Museo della Bilancia https://www.museodellabilancia.it/annuncio.php?ida=527
[...] https://www.torinovoli.it/2019/08/05/mdccclxiv-numero-romano-inciso-in-una-trave-della-stadera-di-santantonio-di-ranverso-da-ersilio-teiferto-e-sbagliato-attribuire-la-sua-costruzione-in-epoche-piu-remote-inoltre-non-era-come-la-bilanc/
Ersilio Teifreto
( ricercatoreteifreto@libero.it )"