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giovedì 7 aprile 2016

Da Podium Pini a Mentone

Per la conoscenza della storia di Mentone non mancano opere di pregio, in particolare è ancora utile il lavoro di Honoré Ardoino (Petites Annales de Monaco, Roquebrune, Menton, Lyon, 1926): tuttavia è assai utile valersi, per l'inquadramento del periodo medievale, degli antichi atti del notaio genovese (XIII sec.) G. de Amandolesio (conservati presso l'"Archivio di Stato di Genova"), che operò in queste zone fornendo tante notizie utili. 

Da un atto di questo notaio del 13 maggio 1260 è possibile studiare la divisione della "Diocesi" di Ventimiglia (che grossomodo ricalcava il territorio municipale romano) in 8 "prebende" o proprietà ecclesiastiche, i cui proventi o redditi spettavano ai "Canonici" della Cattedrale di Ventimiglia.
A tal Stefano de Vultabio toccò la proprietà o "prebenda" "dal fossato di Latte verso Monaco con tutte le altre terre colte e incolte che non sono nominate per la precedente prebenda, con le decime e le quarte parti tanto di tutto il territorio di Ventimiglia quanto di PODIUM PINI sino al fossato di Gorbio. A giudizio dell'Ardoino PUYPIN (Poipino, Podium Pini) sarebbe stato il villaggio poi abbandonato da cui, nel XIII sec., la popolazione sarebbe migrata in Mentone.
 
Appunto un tal Guglielmo Poipini (citato dal de Amandolesio in un documento del 15 gennaio 1260) possedeva una casa a Ventimiglia (in Oliveto).

Per quanto lo storico Gioffredo ricavò dall'"Archivio del Monastero di S. Onorato di Lerino", nel 1061 il conte di Ventimiglia Rainaldo avrebbe donato al Monastero di Lerino "un fondo situato nel Carnolèse [oggi Mentone]".
Gli stessi Conti donarono poi (15 marzo 1082) al Monastero "la chiesa di S. Martino nella contea di Ventimiglia, in valle Carnolense" e quindi il 24 febbraio 1177 il conte Ottone cedette all'abate di Lerino Laugerio molte proprietà agricole nell'area che andava dalla località de Clusa sino al "Garavano" con i diritti pertinenti (il tutto in cambio di beni monastici siti in territorio ingauno).
 
Podium Pini viene citato il 30 luglio 1157 per una donazione di 4 castelli fatta al Comune di Genova dal Conte di Ventimiglia, Guido Guerra.
Si sarebbe trattato dei forti di Roccabruna, Gorbio, Castiglion ed appunto Podium Pini.
 
Papa Lucio III l'8 giugno 1182 con una sua Bolla pontificia concesse poi ai Canonici della Cattedrale di Ventimiglia la totalità delle decime e dei diritti delle chiese di "Santa Maria di Carnolese, di Latte e di Agerbol (Agel), ma solo la metà di quelle di Podium Pini, fatto che secondo l'Ardoino proverebbe che in tale luogo, in quel tempo almeno, si trovava un religioso preposto a specifiche funzioni ecclesiastiche in una sua chiesa.
 
In definitiva si può concordare con l'Ardoino che il toponimo MENTONE derivi da Montone, evolutosi da un Mons Othonis a memoria dei doni territoriali fatti dal conte di Ventimiglia Ottone al monastero di Lerino nel XII secolo.
 
Ancora il de Amandolesio, in un atto dell'8 dicembre 1263 informa su un certo Leonus de Mentono, che si impegnò a rendere a Raimondo Lupo e Costanzo Galafio de Sancto Romulo la somma di 6 lire di genovini (moneta genovese) sulla piazza commerciale di Ventimiglia.
 
Comparando questi dati,  si arriva alla conclusione che tra il 1260 ed il 1263 in queste contrade andava verificandosi un fenomeno particolare. Mentre infatti si affermava il nuovo toponimo DE MENTONO (ma il luogo esisteva da tempo, visto che a quell'epoca si usava questa forma per indicare la provenienza di una determinata persona da un certo luogo ufficialmente ben conosciuto e documentato, anche in atti pubblici), il nome di località PODIUM PINI stava disperdendosi e il suo territorio finiva con lo spettare per intero, sotto il profilo delle decime e dei diritti, alla chiesa cattedrale di Ventimiglia.

Comunque la storia certa di Mentone si può datare con certezza solo dai tempi delle contese tra Provenzali e Repubblica di Genova.
La forte località, dopo essere stata un feudo della casata dei Vento, finì per essere acquistata nel 1346 dai Grimaldi, Signori di Monaco, che la tennero sino al XVIII sec.; anche se i duchi della Savoia, con atti del 1448 e del 1477, ne ottennero l'alta signoria feudale.