Tommaso Porcacchi, nato a Castiglion Fiorentino [Arezzo] nel 1530, non ha lasciato di sè notizie probanti almeno sino al 1559 allorquando, dopo soggiorni a Firenze e Bologna, si trasferì a Venezia divenendo intimo dell'editore Giolito per il quale, fra molti altri prodotti culturale, editò le opere di G. Camillo ("Tutte le opere" del 1566), del Sannazzaro ("Arcadia" del 1566), del Guicciardini ("Storia d'Italia" del 1574: la sua versatilità si scopre nelle progettazioni che portò avanti con il Giolito come una collana di classici greci e latini ma anche in funzione di altri suoi scritti molto particolari come la "Prima parte delle prediche di diversi" (Cavalli, Venezia 1565), i "Funerali antichi di diversi popoli e nazioni" (Gambigliani, Venezia 1574), "Istoria dell'Origine et successione dell'illustrissima famiglia Malaspina" (Discepolo, Verona, 1585), "La nobiltà della città di Como" (Giolito, Venezia 1569).
Per quanto le sillogi letterarie moderne insistano, anche giustamente, su questi aspetti della sua produzione, la fama attuale in gran parte gli deriva da un'opera spesso non menzionata vale a dire la pubblicazione a Venezia nel 1572 dell'opera "L'isole più famose del mondo" in tre volumi di 47 carte incise su rame da Gerolamo Porro, ampliato e riedito dopo quattro anni e ristampato più volte entro il 1686.
L'opera, tuttora estremamente ricercata specie da bibliofili ed antiquari, descrive posizioni e distanze, varianti dei nomi, descrizione del territorio, con una cartografia che propone una visione globale del mondo conosciuto insieme a varie osservazioni sull'arte di navigare. Scende nei dettagli sino ad offrire visioni anche delle terre da non molto scoperte dall'antica Ispagnola ormai detta Isola di Cuba. Alle vaste terre dell'America Settentrionale, all'isola di Giamaica,
Per quanto le sillogi letterarie moderne insistano, anche giustamente, su questi aspetti della sua produzione, la fama attuale in gran parte gli deriva da un'opera spesso non menzionata vale a dire la pubblicazione a Venezia nel 1572 dell'opera "L'isole più famose del mondo" in tre volumi di 47 carte incise su rame da Gerolamo Porro, ampliato e riedito dopo quattro anni e ristampato più volte entro il 1686.
L'opera, tuttora estremamente ricercata specie da bibliofili ed antiquari, descrive posizioni e distanze, varianti dei nomi, descrizione del territorio, con una cartografia che propone una visione globale del mondo conosciuto insieme a varie osservazioni sull'arte di navigare. Scende nei dettagli sino ad offrire visioni anche delle terre da non molto scoperte dall'antica Ispagnola ormai detta Isola di Cuba. Alle vaste terre dell'America Settentrionale, all'isola di Giamaica,
ad interessanti aspetti del Messico amerindiano e precolombiano per sondare contrade sempre poco conosciute
come l'Isola di San Lorenzo,
analizzare nella sua immensità l'Asia e di questa scoprire contrade variamente divenute crocevia di commerci come le Isole Molucche.
Per poi riavvicinarsi all'Europa
attraverso Costantinopoli e finalmente raggiungere quell'Arcipelago greco che sarà vanamente difeso dalla cristianità (in particolare dai Cavalieri Gerosolimitani) contro l'espansionismo turco che fagociterà isole importanti
come Corfù
sino ad aggredire Malta ultima roccaforte dei Cavalieri.
L'investigazione del Porcacchi non si ferma, si continua verso occidente e l'Isola di Maiorca ed oltre lo Stretto di Gibilterra "veleggiare" verso altre contrade poco note seppur proprie del Mondo Antico come la Scozia, l'Olanda, la Zelanda; anche a raggiungere le lontane e fredde Isole Orcadi ed Ebridi.