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martedì 9 febbraio 2016

Spigolature su Palazzo Ducale di Genova

Fonte: Fondazione Palazzo Ducale
I Capitani del popolo Oberto Spinola e Corrado Doria fanno edificare il Palazzo degli Abati sull'area urbana preesistente fra le chiese di S. Lorenzo e S. Matteo (1291). Nella nuova costruzione viene inglobato anche l'attiguo Palazzo con torre di Alberto Fieschi, acquistato dalla Repubblica di Genova nel 1294. 
Da questo nucleo si sviluppa il Palazzo, che viene detto "Ducale" dal 1339, quando diviene sede del primo Doge genovese, Simon Boccanegra.
Parte della costruzione medievale é oggi ancora visibile. Alla prima fase edilizia dell'edificio appartiene anche la "Torre del popolo", sopraelevata poi nel 1539, che domina tuttora sul centro storico genovese. Nel corso del XIV - XV secolo il Palazzo viene progressivamente ampliato con l'aggiunta di nuove costruzioni, fino a chiudere sui quattro lati la piazza antistante.
La struttura medievale scompare con i lavori del XVI secolo, quando viene conferita al Palazzo una nuova fisionomia, più adeguata all'importanza e al cerimoniale della nuova Repubblica oligarchica.
La TORRE GRIMALDINA era occupata - salvo la gabbia superiore - dalle CARCERI e dai pochi vani scelti per realizzarvi la CAMERA DI INVESTIGAZIONE E TORTURA INQUISITORIALE essenziale ai fini della CONFESSIONE, "momento cardine" del DIRITTO INTERMEDIO.
Nei CAMERONI A VOLTA i DETENUTI stavano in comune, spesso incatenati.
Lungo i ripiani della ripida scala c'erano anche alcune SEGRETE per la costrizione di alcuni particolari REI.
Le CARCERI DELLA TORRE GRIMALDINA, almeno fino ai primi decenni del XIX secolo, ospitavano DETENUTI PER RAGIONI POLITICHE o INDIVIDUI REI DI GRAVISSIMI CRIMINI.
Peraltro le più comode parti superiori della TORRE risultavano in pratica riservate ai privilegiati ESPONENTI DELLA NOBILTA' - in attesa che dalla famiglia venisse pagato allo Stato il loro RISCATTO - e che comunque anche nel caso estremo di una condanna, capitale o non, potevano fruire di una FORMA DI PUNIZIONE DIVERSIFICATA E MENO UMILIANTE, rispetto a quella applicata ai DETENUTI COMUNI DEI CETI INFERIORI
Tra i detenuti più "celebri" rinchiusi fra le mura della Torre Grimaldina si possono citare il nobile Domenico Della Chiesa (fu incarcerato senza processo per compiacere il fratello senatore), Giulio Cesare Antonio Vachero (cospiratore nel 1628 di una delle più gravi congiure, avvenute contro la Repubblica di Genova, ed appoggiata dai Savoia) ed  il patriota mazziniano Jacopo Ruffini (che in cella si suicidò per tema di tradire i confratelli).
Orlando Grosso (Genova 1882-1968) durante i lavori di restauro del 1935-1940 pose la costruzione della Torre in una fase cronologica intermedia della strutturazione del Palazzo del Comune: la Torre sarebbe stata costruita non prima del 1298 e non molto oltre il 1307 dopo il completamento del portico e del primo piano del Palazzo di Alberto Fieschi; ad essa sarebbe stato poi addossato l'edificio di ponente, ed infine un altro piano si sarebbe aggiunto al Palazzo Fieschi. 
Alcuni fatti e dati fanno pensare che la Torre non solo fosse anteriore all'edificio del 1291, ma addirittura che preesistesse allo stesso Palazzo Fieschi.
Principale assertore di quest'ultima tesi è il Poggi che si allinea alle teorie del Banchero e in certo qual modo a quelle del Giustiniani.
"La torre - egli dice - può essere una delle antiche torri di difesa della città dalla parte di Serravalle. E' stato obbiettato che la torre ha carattere di costruzione civile e non militare. Senonché l'osservazione è messa in dubbio dal fatto che la cinta del secolo XI e X fu una difesa apprestata in fretta dagli abitanti di San Lorenzo e dai milanesi di S. Ambrogio per chiudersi, per coprirsi le spalle dal colle di S. Andrea di Banchi. Le torri furono probabilmente apprestate in fretta dove erano le case, e la popolazione concorse nell'elevare le mura fra torre e torre. Ed ogni torre ebbe il suo proprietario."
Entrambi le teorie, in mancanza di documenti certi, hanno un loro fondamento, tuttavia l'origine viscontile prospettata dal Poggi appare più mitica che storica. Quel che comunque appare certo è il fatto che la Torre faceva sicuramente parte del Palazzo di Alberto Fieschi. Dal secolo XVI fino a gran parte del XVII la Torre subì modifiche interne considerevoli, in seguito alla sua trasformazione in carcere: ebbe i piani dimezzati e notevoli variazioni nelle aperture.
In particolare la cella - sottostante alla triplice fila di archetti - ebbe le primitive monofore trasformate in bifore per esigenze statiche dopo l'innalzamento cinquecentesco.
La muratura perimetrale è rimasta in sostanza quella originaria. Fin dal Medioevo la campana nella Torre del Palazzo del Comune, poi Palazzo Ducale, aveva molteplici funzioni.
Da essa partivano i segnali di convocazione delle magistrature, quelli relativi agli esiti delle guerre in corso ed anche quelli per il coprifuoco e gli allarmi in generale.
La campana veniva però anche usata nelle ricorrenze solenni, nei festeggiamenti o per dare il benvenuto alle personalità politiche e religiose che facevano visita ai Dogi ed al Senato.
La storia di queste campane parte con la nascita stessa di Palazzo Ducale; infatti nei pressi della rampa d'accesso a Palazzo Ducale sono stati ritrovati i resti di una fornace da campane databile al XIV secolo.
"E già per due anni avevano fatto fabbricare per mano di Guglielmo di Montalto la campana grossa del Comune la quale fecero riporre nella torre del palazzo nuovo".
Così l'annalista Giustiniani ci informa dell'esistenza di una campana nella torre già a partire dal 1291, anzi, la torre sarebbe stata edificata appositamente per questo scopo. La campana fusa da Giuliano di Montaldo durò "... per spazio di più di 230 anni", dice ancora il Giustiniani. "E poi al tempo della ricuperata libertà la campana si è rinnovata e non è di tanta bontà come la prima". L'anno della "ricuperata libertà" è il 1528, anno in cui la vecchia campana fu rifusa.