Uno scorcio dello stato attuale del Principato di Monaco |
Monaco fu forse uno scalo fenicio divenuto poi possedimento di Massalia e venne dai Romani detto Portus Herculis Monoeci in quando secondo la mitologia il sito sarebbe stato fondato da Ercole. La versione tradizionale della storiografia classica vuole che in età romana al municipium di Albintimilium fosse da ascrivere anche il centro di Monaco: si è spesso avanzata, a giustificazione di tale ipotesi, la lapide di un magistrato intemelio ritrovata nell'area di questa località.
Mommsen, invece, ritenne Monaco dapprima una dipendenza di Marsiglia e successivamente, circa dal III secolo, soggetto con Nizza al governo di un procurator di nomina imperiale.
Bisogna però far rilevare che gli eventi del IX-X secolo, con le scorrerie saracene, avevano così alterato il tessuto demico e politico del territorio, che non è semplice correlare la condizione geo-politica di Monaco nel medioevo a quella della località ai tempi della Pace romana: si rese infatti obbligatoria nell'XI secolo una complessa ristrutturazione del territorio cui concorsero tanto i feudatari locali che le autorità ecclesiastiche. La prima chiesa di Monaco, naturalmente per quanto concerne i documenti superstiti e fruibili, fu quella intitolata a Santa Devota des Gaumates, restituita nel 1075 dai signori di Nizza all'abbazia di San Ponzio: sulla linea di questo segnale il Pavoni ipotizza quindi che la giurisdizione della Diocesi nizzarda potrebbe essere da correlare all'opera evangelizzatrice dei religiosi di tale monastero.
Sulla fine del XII secolo la Repubblica di Genova si impadronì di questa piazza esercitandovi un'influenza rilevante che tuttavia non incise sulla dipendenza di Monaco, per il lato spirituale, dalla diocesi di Nizza. Il 3 dicembre 1197, cedendo a Genova la quarta parte pro indiviso del poggio di Monaco, Guglielmo, abate di San Ponzio, aveva posto la condizione che, si ecclesia vel alia domus in qua divinum officium celebretur aliquo tempore ibi fuerit edificata, totum ius ecclesiasticum ad monasterium Beati Poncii pertineat et sub eius diocesi sit supposita.
Nel 1247 Innocenzo IV concesse ai Genovesi il permesso di edificare una cappella nel castello di Monaco, ad percipiendum ab eis et incolis eiusdem loci ecclesiastica sacramenta: il cappellano di questa, non intercorrendo qualche giustificata inibizione, sarebbe stato nominato dalla Chiesa Genovese, stante la quasi scontata ratifica del vescovo nizzardo.
La giurisdizione temporale di Monaco non risulta invece così chiaramente decifrabile quanto quella spirituale e diocesana.
Si è pensato che il complesso demico fosse appartenuto al Comitato di Nizza, visto che nel 1174 Raimondo, duca di Narbona, conte di Tolosa e marchese di Provenza, fece cessione a Genova del poggio di Monaco e del castello e del territorio di La Turbie. Stupisce quindi leggere da un documento superstite del 19 gennaio 1258, che il conte Guglielmino di Ventimiglia, figlio del defunto Guglielmo, abbia trasmesso a Carlo d'Angiò, con altri suoi diritti su vari possedimenti del Comitato di Ventimiglia, pure quelli sopra Monaco.
E' ipotizzabile che le devastazioni saracene abbiano alterato, con quello demico-insediativo, tutto il complesso amministrativo, sì che ne derivò una certa confusione in merito alla corretta demarcazione confinaria secondo gli antichi diritti e conseguenti parametri topografici.
La linea confinaria in seguito al ripopolamento del sito sarebbe stato stato determinato in stretto rapporto sia con la penetrazione monastica nizzarda, che con l'attivismo di alcune signorie locali, specie quelle di Eze e di La Turbie.
Il porto, che dopo anni di oblio riprese ad essere funzionante in pieno XI secolo, ed il monte che gravita su questo approdo avrebbe quindi risentito di molteplici interferenze amministrative e giurisdizionali ad opera del cenobio di San Ponzio, dei feudatari di Eze e di La Turbie, dei Conti di Ventimiglia.
Questo mosaico giurisdizionale avrebbe finito con l'alterare compiutamente la ripresa dell'antica conformazione territoriale coi relativi confini, rendendo infattibile un inserimento quasi archeologico del complesso nella precedente struttura comitale di appartenenza: il sopraggiungere della potenza e dell'egemonia genovese finì col rendere superfluo ogni dibattito in merito e l'insorgenza di eventuali contenziosi. Monaco fu quindi possesso di Genova da fine XII secolo come dominio dei genovesi Grimaldi, ma in seguito diventò dominio diretto di un ramo della stessa casata genovese Grimaldi che vi si stabilì. Nel 1512 la sovranità della famiglia fu riconosciuta dalla Francia sotto il cui protettorato Monaco restò per 3 secoli.
da Cultura-Barocca