Gustave Moreau, Giasone e Medea, 1865 (Museo d'Orsay, Parigi, Francia) - Fonte: Wikipedia |
Gaio Valerio Flacco, morto forse nel 93, fu un poeta che visse sotto gli imperatori Vespasiano, Tito e Domiziano.
Poche sono le notizie circa la sua vita. Flacco è stato identificato come nativo di Padova ed amico del poeta Marziale. Si sa, inoltre, che fu membro del collegio dei quindici guardiani dei libri sibillini .
In uno dei manoscritti vaticani è identificato anche come Setino Balbo, il che farebbe dedurre le sue origini presso Setia nel Lazio.
Il solo scrittore antico che lo cita è Quintiliano, che lamenta la sua prematura e recente scomparsa come una grande perdita; poiché Quintiliano terminò la sua Institutio Oratoria verso il 90 dopo Cristo, si deduce che la sua morte debba essere avvenuta in quel periodo.
Il suo capolavoro, Le Argonautiche, dedicato a Vespasiano per le sue conquiste in Britannia, fu scritto durante la vittoria sugli ebrei in rivolta, e distruzione di Gerusalemme, da parte di Tito nel 70.
Pare che l'eruzione del Vesuvio (79) lo abbia tenuto a lungo occupato nei riguardi della stesura del suo poema.
Le Argonautiche è un poema epico in otto libri sulla conquista del Vello d'oro. Il poema ci è stato tramandato in modo molto frammentato, e finisce bruscamente con la richiesta di Medea di accompagnare Giasone nel suo viaggio verso casa. Non si sa esattamente se l'ultima parte dell'opera è stata perduta o se non fu scritta affatto. Le Argonautiche sono una libera imitazione e in parte traduzione del lavoro omonimo di Apollonio Rodio, già famoso presso i Romani nella versione di Publio Terenzio Varrone Atacino.
L'oggetto dell'opera di Gaio Valerio Flacco è la glorificazione di Vespasiano per aver reso più sicuro l'impero romano alla frontiera britannica e per avere favorito i viaggi nell'Oceano (allo stesso modo in cui l'Eusino fu aperto dalla nave Argo).
Molti hanno stimato lo stile di Flacco, e alcuni critici hanno sottolineato la sua vivacità nelle descrizioni e nella resa dei personaggi. La sua dizione è pura, il suo stile corretto, i suoi versi sono lineari, sebbene monotoni. D'altro canto, egli manca di originalità, e la sua poetica, sebbene libera da grandi difetti, è artificiale e troppo elaborata. Il suo modello fu Virgilio, a cui egli fu molto inferiore in gusto e lucidità. Le sue esagerazioni retoriche lo rendono difficile da leggere, il che fa comprendere la sua impopolarità nei tempi antichi.
da Cultura-Barocca