Cappella funeraria di Teofilo Folengo - Fonte: Wikipedia |
Teofilo Folengo, per Aprosio il "Principe dei Maccheronici", fu figlio di un notaio mantovano e ottavo di nove fratelli. Il nome di battesimo era Gerolamo e nacque a Mantova nel 1491 (1496 secondo alcuni studiosi).
Insieme ad altri dei suoi fratelli venne avviato alla vita religiosa sin dal 1508, assumendo il nome di Teofilo, ma scrivendo anche sotto diversi pseudonimi tra cui quello di Merlin Cocai.
Visse in diversi conventi del Veneto fino al 1524, anno in cui uscì dall'Ordine benedettino per diventare precettore privato dei figli di Camillo Orsini e stabilirsi a Venezia.
Folengo coltivò assiduamente il genere maccheronico-goliardico, che aveva all'epoca largo seguito nella cultura veneta, riscattandone il carattere di esercizio parodistico ed elevandolo a strumento stilistico-letterario vero e proprio. Attraverso un linguaggio personalissimo che è un impasto tra forme del latino classico e lessico dialettale, questo originale scrittore riuscì a dare un ritratto assolutamente anticonvenzionale della realtà sociale del suo tempo.
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La sua opera più nota è l'Opus maccaronicum o Maccheronee, raccolta in quattro redazioni piuttosto diverse tra loro (1517; 1521; 1539-40; 1552 postuma); contiene: Zanitonella, narrazione dell'amore non corrisposto di Zani per Tonella; Moscheide, poema eroicomico sulla guerra tra le mosche e le formiche; una serie di epigrammi; il Baldus, poema in esametri sulle avventure di Baldo, discendente di Rinaldo. Quest'ultima opera ebbe un'influenza sull'opera di Rabelais.
Folengo morì nel 1544 a Campese (Bassano del Grappa, Vicenza).
da Cultura-Barocca