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venerdì 10 agosto 2018

Pubblicità nell'antica Roma imperiale

Alle spalle del TEATRO ad OSTIA, che fu il grande approdo commerciale di Roma, si trova un complesso costituito da un foro, un portico quadrangolare, e le due file di colonne di tipo dorico di cui si vede un particolare nell'immagine.
Nel III sec. d.C. la navata del grande complesso architettonico risalente all'età dell'imperatore Ottaviano Augusto venne divisa in 50 stationes (stanze, cameroni, uffici), che venivano utilizzate dai negozianti e dagli imprenditori, quali sedi di rappresentanza per PUBBLICIZZARE le loro attività (più avanti nel corso delle tante ristrutturazioni l'area della navata venne ingrandita e le stationes furono portate a 64).
Per comodo dell'utenza, sempre frenetica per le contrattazioni, da una serie di mosaici, affreschi, bassorilievi ed altro ancora ci si serviva per pubblicizzare e segnalare celermente le ATTIVITA' che si esercitavano all'interno di ognuna di queste strutture e che facevano capo ad AZIENDE e CORPORAZIONI che operavano realmente su SCALA MONDIALE.
 
Il panificio (pistrinum) di Sotericus, su Via dell'Abbondanza, è uno dei più grandi di Pompei. Il nome del proprietario appare sulle iscrizioni riportate sulle anfore. Oltre alle macine, azionate da muli, si conservano il forno e l'impastatrice: altre tracce, come quella dell'insegna in rilievo, sono andate purtroppo perdute.

La raffigurazione in questo caso serviva come FORMA PUBBLICITARIA per un'azienda di trasporti marittimi.
Chi accedeva a questo ufficio di rappresentanza veniva quindi subito messo al corrente da allusivi mosaici, da disegni ed affreschi ed ancora da scritte di cui rimangono diversi esemplari su quali fossero le attività ivi svolte, su che tipo di transazioni vi si svolgessero ed ancora su quali possibilità di affari vi si potessero finalizzare.
OSTIA era solo il TERMINALE (o viceverse lo SCALO DI PARTENZA) di un impressionante sistema di affari svolti su scala mondiale nella secolare sistematicità del MERCATO APERTO ROMANO IMPERIALE come scrive l'economista CRACCO RUGGINI: e su dimensioni che travalicavano spesso i confini stessi del pur sterminato Impero di Roma come poteva accadere per la VIA DELLE SPEZIE o la VIA DELL'AMBRA da cui si ricavano monili e gioielli molto apprezzati dalla raffinata società imperiale.
L'efficienza dell'IMMAGINE PROMOZIONALE era stata scoperta senza dubbio per la sua rapidità di comunicazione ma anche per valicare gli ostacoli frapposti dalle centinaia di lingue parlate dai sudditi imperiali e da quanti raggiungevano il mondo romano provenendo fin dall'estremità dell'Oriente.
Riconosciute dalle IMMAGINI PROPAGANDISTICHE le mete commerciali ed affaristiche desiderate ci si poteva poi avvalere degli interpreti più adatti e che mai mancavano, spesso messi a disposizione dagli stessi funzionari di queste AZIENDE che (è l'esempio delle "Corporazioni di Arelate" = oggi Arles) avevano uffici in ogni parte dell'ecumene romano ed anche oltre.

da Cultura-Barocca