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lunedì 16 novembre 2015

Sulla famosa ode “A Luigia Pallavicini …”

 
Ritratto di LUIGIA PALLAVICINI, Genova, Civica Galleria d’Arte Moderna

La stesura dell’Ode “A LUIGIA PALLAVICINI CADUTA DA CAVALLO” di Ugo Foscolo sarebbe avvenuta in una locanda dove il poeta di Zante, capitano dei volontari cisalpini, stava degente a a causa di una ferita subita durante il fatto d’armi del 30 aprile 1800 comunemente noto come BATTAGLIA DI FORTE DIAMANTE. 
L’ODE, contrariamente a quanto si crede, non nacque come un omaggio estemporaneo e personalissimo ma era destinata, secondo l’uso tipico del ‘600 e del ‘700, a far parte di una “corona di composizioni poetiche consolatorie” destinate a celebrare, con il titolo di “OMAGGIO”, la giovane e bellissima marchesa genovese cui la rovinosa caduta da cavallo, con la conseguenza di un irrimediabile sfregio al volto, compromise il fascino sì da indurla a presentarsi in pubblico velata per il resto della sua esistenza.
L'”OMAGGIO A LUIGIA PALLAVICINI” fu stampato dal tipografo genovese FRUGONI nell’anno VIII della Repubblica Ligure e, oltre all’Ode del Foscolo, conteneva composizioni di altri ufficiali ed amici quali Giovanni Fantuzzi (Belluno 1762 – Genova 1800 [cadde nella difesa della “postazione genovese della Coronata”]), Giuseppe Giulio Ceroni (S. Giovanni Lupatoto [Verona] 1774 – Governolo 1813) e Antonio Gasparinetti (Ponte di Piave [Treviso] 1777 – Milano 1824).
X.P. Fabre, Ugo Foscolo
La “CADUTA NEL DESERTO (SPIAGGIA) DI SESTRI” di LUIGIA FERRARI PALLAVICINI (Varese Ligure 1771 – Genova 1841), sposa diciassettenne del marchese Domenico Pallavicini (morto nel 1805) [nel 1818 passata a seconde nozze col segretario del locale consolato francese Stefano Prier] sarebbe avvenuta tra la fine di giugno e l’inizio di luglio dell’anno 1799: una notizia dell’evento comparve nella “GALLERIA LIGURE” di Angelo Petracchi (citata dalla “Gazzetta ligure” del 14 dicembre 1799) e quindi nell’apologo del Ceroni intitolato “IL PAPPAGALLETTO” ed ancora menzionato dalla “Gazzetta”, numero dell’8 marzo 1800.
Tra leggenda e false attestazioni di completa guarigione è difficile sostenere l’esatta sequenza delle procedure editoriali: al Carrer, che parla di una Pallavici “riavutasi” (contrariamente poi alla realtà di una donna che si presentava velata in pubblico per nascondere i segni sul volto della ferita susseguente alla caduta), sembrano credibili solo per la parte letteraria, che cioè la composizione del Foscolo fosse, come è, di gran lunga la migliore (“Vita di Ugo Foscolo”, p.XXXI, in “Prose e Poesie edite ed inedite di Ugo Foscolo ordinate da Luigi Carrer e corredate della vita dell’Autore, Venezia, co’ tipi del Gondoliere, 1842). Più che un augurio per un COMPLETO RISTABILIMENTO DELLA BELLEZZA della donna, secondo noi si deve intendere l’OMAGGIO, dai testimoni interni redatto nel maggio del 1800, ma evidentemente pubblicato nella II metà di quell’anno, solo come una CONSOLAZIONE ed un AUSPICIO DI COMPLETA GUARIGIONE.