Carlo Emanuele I di Savoia, nato a Rivoli il 12 gennaio 1562, viene educato dalla madre, Margherita di Savoia.
Sposa nel 1585 la figlia di Filippo II di Spagna, Caterina d'Asburgo.
Nel 1590, alla morte del padre Emanuele Filiberto, sale al trono su cui governerà per circa 50 anni: ambizioso e determinato, riesce a coagulare sulla sua persona le speranze degli italiani che intendevano liberarsi dal giogo straniero.
In un primo tempo si assicura l'annessione del Saluzzese (1601), ma le successive guerre per il Monferrato e la conquista di Ginevra risultano disastrose e conducono il ducato sull'orlo del disastro: è la crisi politica, demografica ed economica.
Sul modello della corte di Spagna conduce una vita molto dispendiosa, si fa prestare soldi perfino dai suoi camerieri: il fasto della corte prevede anche imprese di carattere culturale e artistico per cui promuove il restauro del palazzo ducale e del castello degli Acaja ad opera del Vitozzi e del Castellamonte, e mantiene numerosi artisti, pittori, poeti, intellettuali, che devono soprattutto decantare la magnificenza dei Savoia.
Torino diventa una capitale sfarzosa, arricchita da splendidi edifici (le ville del Valentino, della Regina e di Mirafiori, la “vigna" del cardinal Maurizio).
I castelli dinastici di Racconigi, Rivoli e Giaveno, divengono pompose residenze estive.
Tenta con esiti significativi una guerra d'aggressione a danno della Liguria, investendo anche il Ponente rivierasco.
Muore di una strana malattia a Savigliano il 26 luglio 1630 durante l'invasione da parte dei Francesi.
È stato sepolto nel Santuario di Vicoforte, vicino a Mondovì.
Ha lasciato uno stato impoverito economicamente e ridotto territorialmente a vantaggio della Francia.
Il figlio minore, Tommaso, sarà il capostipite dei Carignano.
Sposa nel 1585 la figlia di Filippo II di Spagna, Caterina d'Asburgo.
Nel 1590, alla morte del padre Emanuele Filiberto, sale al trono su cui governerà per circa 50 anni: ambizioso e determinato, riesce a coagulare sulla sua persona le speranze degli italiani che intendevano liberarsi dal giogo straniero.
In un primo tempo si assicura l'annessione del Saluzzese (1601), ma le successive guerre per il Monferrato e la conquista di Ginevra risultano disastrose e conducono il ducato sull'orlo del disastro: è la crisi politica, demografica ed economica.
Sul modello della corte di Spagna conduce una vita molto dispendiosa, si fa prestare soldi perfino dai suoi camerieri: il fasto della corte prevede anche imprese di carattere culturale e artistico per cui promuove il restauro del palazzo ducale e del castello degli Acaja ad opera del Vitozzi e del Castellamonte, e mantiene numerosi artisti, pittori, poeti, intellettuali, che devono soprattutto decantare la magnificenza dei Savoia.
Torino diventa una capitale sfarzosa, arricchita da splendidi edifici (le ville del Valentino, della Regina e di Mirafiori, la “vigna" del cardinal Maurizio).
I castelli dinastici di Racconigi, Rivoli e Giaveno, divengono pompose residenze estive.
Tenta con esiti significativi una guerra d'aggressione a danno della Liguria, investendo anche il Ponente rivierasco.
Muore di una strana malattia a Savigliano il 26 luglio 1630 durante l'invasione da parte dei Francesi.
Santuario di Vicoforte (CN) |
Ha lasciato uno stato impoverito economicamente e ridotto territorialmente a vantaggio della Francia.
Il figlio minore, Tommaso, sarà il capostipite dei Carignano.
da Cultura-Barocca