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mercoledì 26 dicembre 2018

La sentenza di morte contro Garibaldi

 


Questo rarissimo documento conservato presso l'Archivio di Stato di Torino (Corte, Alta Polizia, Copie Stampate delle Sentenze pronunciate dai Consigli divisionali di guerra di Alessandria contro inquisiti di alto tradimento) è il Manifesto della sentenza pronunciata dal Consiglio di Guerra Divisionario in Genova contro Giuseppe Garibaldi ed altri inquisiti per il tentativo insurrezionale dell'11 febbraio 1834, Genova 3 giugno 1834". 

Garibaldi, come mazziniano, si era arruolato nella marina sabauda da guerra ed aveva assunto da aderente alla Giovine Italia lo pseudonimo di "Cleombroto". 

La sentenza di morte è "in contumacia", cioè Garibaldi non era stato arrestato ed anzi a Nizza e Marsiglia, con gli altri falsi nomi di Borel, Costantinopoli e Odessa, si era adoperato per riallacciare contatti con i democratici. 

La repressione in Piemonte era però così severa che dovette scegliere la via dell'esilio volontario in America Meridionale raggiungendo infine il Brasile nel 1835. 

A Rio de Janeiro Garibaldi entrò a far parte della sezione locale della "Giovine Italia" al cui vertice stava Giovanni Battista Cuneo. 

Vista però la difficoltà di ristabilire dei rapporti costruttivi con Mazzini, Giuseppe Garibaldi iniziò quella grande avventura libertataria che gli meritò l'appellativo di eroe dei due mondi. Egli infatti, spinto da vero spirito democratico e di lotta a favore degli oppressi, si schierò a favore del pronunciamento cioé della ribellione, nel 1835, del RIO GRANDE DO SUL vale a dire la più meridionale delle provincie dell'Impero Brasiliano. Garibaldi si schierò con entusiasmo dalla parte dei ribelli. 

Con la "patente di corsa" e con l'attrezzatura di guerra della "Mazzini" (la nave acquistata inizialmente nell'ansia di un riscatto italiano di linea mazziniana) si aprì per lui un periodo di grande attività in cui la lotta per la neo-repubblica sudamericana fu seguita dopo breve parentesi di pace da quella per la lotta civile tra Oribe e Rivera all'interno del neonato Uruguay.

Nel 1842 l'assedio di Montevideo lo vide esordire a capo della Legione Italiana ma la diserzione di parecchi legionari mise a dura prova le capacità militari e organizzative di Garibaldi.

La grande vittoria di "S. Antonio" del dicembre 1846 e la successiva crisi politica di Montevideo aprirono poi la via al suo ritorno in Italia, in qualche modo segnata dall'avvento al "Sacro Soglio di Roma" del "Papa liberale" Giovanni Mastai Ferretti, vescovo di Imola, col nome di Pio IX.

da  Cultura-Barocca


domenica 16 dicembre 2018

Carlo Emanuele I di Savoia

Carlo Emanuele I di Savoia, nato a Rivoli il 12 gennaio 1562, viene educato dalla madre, Margherita di Savoia.
Sposa nel 1585 la figlia di Filippo II di Spagna, Caterina d'Asburgo.

Nel 1590, alla morte del padre Emanuele Filiberto, sale al trono su cui governerà per circa 50 anni: ambizioso e determinato, riesce a coagulare sulla sua persona le speranze degli italiani che intendevano liberarsi dal giogo straniero.

In un primo tempo si assicura l'annessione del Saluzzese (1601), ma le successive guerre per il Monferrato e la conquista di Ginevra risultano disastrose e conducono il ducato sull'orlo del disastro: è la crisi politica, demografica ed economica.

Sul modello della corte di Spagna conduce una vita molto dispendiosa, si fa prestare soldi perfino dai suoi camerieri: il fasto della corte prevede anche imprese di carattere culturale e artistico per cui promuove il restauro del palazzo ducale e del castello degli Acaja ad opera del Vitozzi e del Castellamonte, e mantiene numerosi artisti, pittori, poeti, intellettuali, che devono soprattutto decantare la magnificenza dei Savoia.
Torino diventa una capitale sfarzosa, arricchita da splendidi edifici (le ville del Valentino, della Regina e di Mirafiori, la “vigna" del cardinal Maurizio).
I castelli dinastici di Racconigi, Rivoli e Giaveno, divengono pompose residenze estive.

Tenta con esiti significativi una guerra d'aggressione a danno della Liguria, investendo anche il Ponente rivierasco.
Muore di una strana malattia a Savigliano il 26 luglio 1630 durante l'invasione da parte dei Francesi.

Santuario di Vicoforte (CN)
È stato sepolto nel Santuario di Vicoforte, vicino a Mondovì.
Ha lasciato uno stato impoverito economicamente e ridotto territorialmente a vantaggio della Francia.
Il figlio minore, Tommaso, sarà il capostipite dei Carignano.

da Cultura-Barocca

lunedì 10 dicembre 2018

Sulla Repubblica Ligure

 

La carta sopra proposta [riportante la "Legge" della Repubblica (rivoluzionaria) Ligure] rimanda, direttamente ed indirettamente, ai Tempi Nuovi della Rivoluzione Francese ed al suo possente influsso su tanti altri Stati europei.

 
   
Nello specifico riporta alla caduta della Serenissima Repubblica di Genova ed alla conseguente costituzione della Repubblica Ligure di stampo filofrancese. Nel 1797, sulla scia dei SUCCESSI DI NAPOLEONE E DELL'ARMATA D'ITALIA si costituì a Genova il GOVERNO PROVVISORIO DELLA REPUBBLICA LIGURE che subito intraprese una assidua CAMPAGNA PUBBLICITARIA A FAVORE DELLE NUOVE IDEE, DEL NUOVO REGIME POLITICO E IN AVVERSIONE ALLA VECCHIA NOBILTA' GENOVESE 

Gradualmente si soppressero le amministrazioni locali.

QUI DI SEGUITO SI PRODUCONO DOCUMENTI ATTINENTI.

Come si legge nel Registro delle sezioni del Governo Provvisorio della Repubblica di Genova, Genova, Stamperia Nazionale Ventimiglia spedì a Genova due deputati (il sacerdote Gaetano Olignani che aveva rigettato il titolo di Magnifico e tal Sebastiano Gibelli) per ratificare il successo della Rivoluzione e giurare fedeltà alla Nuova Repubblica. Nel testo si legge, al modo ampolloso e retorico dell'epoca, il discorso pronunciato dall'Olignani:
Cittadini rappresentanti/ Gli antichi e valorosi Intemelii popolo generoso che col nascere della Repubblica latina on vincolo d'unione indissolubile confederossi coi figli di Quirino, divenuto così uno dei dei più illusti municipii di quella grande nazione, quel popolo istesso strinse un'eguale fratellanza cogli incliti figli di Giano; quando in un'epoca però disgustosa ed esecranda, quando l'ambizione, l'ignoranza e l'errore di acuni di questi riconcentrando in se stessi i comuni diritti dei loro concittadini e di tutte le confederate liguri popolazioni innalzarono con sacrilega mano l'esecrabile trono dell'aristocrazie. Videsi ben tosto in allora tiranneggiato il nostro comune ed oppresso; disparirono come un baleno i più sacri inviolabili rapporti di lor natura per patto sociale inalterabili, vieppiù suggellati eziandio col grande atto solenne di religione, sì con giuramento reciproco. Questi mostri dell'uman genere, snaturati misantropi ci opprimevano nelle più barbare forme, persino in questi ultimi tempi, sebbene per ragione di sito attaccati al suolo della libertà della più grande nazione. Uno di questi investito di pubblico manto, contro le voci della umanità reclamanti, ci costrinse a cibarci di un pane mefitico per consulto de fisici stimato nocevole alle più robuste costituzioni. Che più? A tal grado di perfidia pervenne perseguitando accanito alcuni dei nostri onorti cittadini, e la stessa pubblica comunale rappresentanza oppresse e disonorò, per aver essa pensato a mezzi di provvidenza ben necessarii per allontanare la minaccia terribile di una contagione generale, di uno dei più puri elementi, sì dell'aria medesima. Ma che? Noi stessi deputati fummo due innocenti vittime sacrificate barbaramente alle di lui ambizioni e puntiglio e per lungo continuato tempo allontanati dal seno della nostra patria e famiglia, senza processo e giustizia (giustizia inaudita) subimmo una tal pena. Il luminoso sereno giorno della rivendicazione dei comuni diritti inalienabili di libertà ed eguaglianza è giunto finalmente, o cittadini rappresentanti; all'apparire che fece sul nostro suolo il rimo dei vostri decreti, sbocca baccante il popolo intiero e bacia e ribacia i dolci nomi di libertà ed eguaglianza forieri di nostra rigenerazione: Gridano tutti: siamo liberi, siamo eguali. Il mostro infernale dell'aristocrazia è finalmente coi piedi vittoriosi schiacciato, l'entusiasmo modificato poi in dolci effetti, a prorompere in lagrime i nostri concittadini, di ceti, di preminenze, di età: e dolci singhiozzi frammischiati agli evviva fanno eco festosa; e il popolo prorompe in mille voti per la vostra felicitazione. Tutti protestano di voler vivere e morire in difesa di questi sacri diritti inalienabili di libertà ed eguaglianza. Ci onora il nostro comune dell'augusto carattere di deputati di un popolo libero per felicitare Voi, gloriosi rappresentanti della libertà ligure. Vendicateci ed a suo nome accettate i fervidi voti del nostro comune e le di lui felicitazioni. Viviamo persasi dell'assiduità delle vostre cure e premura per il generale vantaggio ed afrettatevi a compiere la grand'opera, di cui ne avete l'onorevole incarico, tutto ripromettendoci noi, dal bene conosciuto nostro patriottismo. Fraternizziamo finalmente o rappresentanti gloriosi, ma tremino gli antichi oppressori dell'uomo e del cittadino e tu, o veloce fama ne porta il nome alla rigenerata nostra patria.

 

Progetto della commissione legislativa genovese per la promulgazione di una nuova costituzione da edizione napoletana assolutamente identica alla coeva edizione della stamperia nazionale di Genova, di cui si propone l'incipit: "il popolo ligure considerando che il passato suo avvilimento e' provenuto dall'essere stato soggetto ad un governo aristocratico, ed ereditario, e dall'essersi separato in classi differenti, ha stabilito di non formare in avvenire che una sola famiglia coll'adottare una Costituzione fondata su i veri principj della Libertà e dell'Eguaglianza...'. La sovranita' era riconosciuta nelle mani del popolo essendo 'indivisibile, inalienabile, imprescrittibile'. Seguivano quindi le dichiarazioni dei diritti e dei doveri dell'uomo e del cittadino, lo stabilimento di un corpo legislativo diviso in due consigli, e di un Direttorio. Si dichiarava che la repubblica conservava la religione Cristiana Cattolica, tuttavia i beni ecclesiastici di qualunque natura appartenevano alla nazione. Il progetto venne divulgato nel mese di agosto e si fissò per il 14 settembre la popolare accettazione. Tuttavia i vari interessi che venivano toccati dalla costituzione erano troppo forti e così scoppiò il malcontento quasi generale. La sollevazione comincio' nella valle di Bisagno e poi si propagò nella riviera di Levante fino a Sarzana e in quella di Ponente fino a Polcevera. Il Governo provvisorio, all'annuncio della rivolta, affermo' di dover rivedere alcuni articoli della costituzione specie quelli riservati alla religione cattolica.  Nel 1798 venne dunque domata una CONTRORIVOLUZIONE a Genova... 

L'anno II della Repubblica Ligure, l'8 marzo 1799 essendo presidente nazionale il cittadino Leveroni fu trasmessa al Consiglio dei Seniori, di cui era presidente il cittadino Pizzorni, una bozza di legge che, approvata il 4 aprile 1799, fu trasmessa, essendo presidente il cittadino Costa e segretario generale il cittadinoSommariva, al direttorio esecutivo che l'approvò e la fece pubblicare il giorno successivo: venne così promulgata la fondamentale LEGGE che per riordinare la REPUBBLICA LIGURE sanciva alcuni punti basilari dai seguenti titoli: DELLE AMMINISTRAZIONI GIURISDIZIONALI, CONTRIBUZIONI, BENI NAZIONALI, ISTRUZIONE PUBBLICA, STABILIMENTI RELIGIOSI E SOCCORSI PUBBLICI, LAVORI PUBBLICI, POLIZIA GENERALE, SORVEGLIANZA SULLE AMMINISTRAZIONI MUNICIPALI: essa davvero segnava la fine delle ultime parvenze burocratiche dell' AMMINISTRAZIONE DELLA REPUBBLICA DI GENOVA ed inaugurava la breve ma importante storia della REPUBBLICA LIGURE.


 

 INDICE delle materie più interessanti delle Leggi ed Atti del Corpo Legislativo Ligure


Succedettero comunque tempi difficili come quelli della crisi dei francesi e la loro ritirata con gli alletati italiani - ricordiamo qui il grandissimo poeta Ugo Foscolo - da Genova presa dagli austriaci, anche se tutto fu risolto dal pronto intervento di Napoleone con la II Campagna d'Italia che comportò tuttavia scelte autoritarie.

I governi che si alternano dall'anno 1797, che segnò la "morte" dell'antica Repubblica di Genova e l'avvento della rivoluzionaria e filofrancese Repubblica Ligure, si impegnarono molto nel settore dell'educazione, superiore e non.
Il governo locale, ricostituito dal 1802, emanò un regolamento per l'Università attivando una commissione agli studi di cinque membri, di cui 4 in rappresentanza delle quattro facoltà (teologica, filosofica, legale, medica) ed un ulteriore membro a garanzia dell'elezione libera dei professori.
Gli studi di medicina, che fino a tale periodo si erano tenuti a Pammatone ed erano vigilati dai protettori dell'ospedale, passarono all'Università.
Il ciclo degli studi per il conseguimento delle lauree prevedeva tre o quattro anni sotto la vigilanza della commissione che ha il compito di ordinare il piano degli esami che gli studenti sono tenuti a superare per conseguire il titolo di laurea.
Dopo la costituzione dell'Impero francese, che assimilò la Repubblica ligure, gli studi superiori furono suddivisi nelle scuole speciali di diritto, medicina, scienze fisiche e matematiche, scienze commerciali, lingua e letteratura, farmacia.
L'Università di Genova ebbe quindi a patire un declassamento e, seguendo un destino simile a quello di altri centri culturali periferici dell'Impero, prese ad esistere solo in funzione dell'unica Università imperiale di Parigi.

TIMBRO IN METALLO CON IL SIMBOLO DELLA REPUBBLICA RIVOLUZIONARIA LIGURE (1797 - 1805) - CUSTODITO AL MUSEO DEL RISORGIMENTO DI GENOVA

   

Sì che, come altre, la Repubblica Ligure, soppressa dal Bonaparte fu unita per ascrizione, voluta dal Bonaparte, della Liguria alla vasta compagine del napoleonico IMPERO FRANCESE sotto la specie politico-militare di non dover dispergere utili energie per controllare le problematiche di Repubbliche soggette sì al controllo transalpino ma troppo frammentate e gestite da fazioni spesso contrapposte e potenzialmente in grado di fomentare rivolte antifrancesi.

Napoleone procedette ascrivendo la Repubblica ligure nella compagine del vasto Impero da lui creato si impegnò ad esercitare anche sul suo clero, come su quello dei vari Paesi da lui assimilati [ma peraltro continuando un'OPERA già intrapresa dalla Repubblica rivoluzionaria ligure], una forma di controllo che mirava da un lato a laicizzare il nuovo Stato e dall'altro aveva lo scopo di regolamentare i vari aspetti della vita ecclesiastica, sì da farsene un sostegno irrinunciabile: da qui derivò tra l'altro l'importante DECRETO CONCERNENTE LE FABBRICHE (CHIESE): di seguito è QUI riproposto un utile INDICE per visualizzare i vari aspetti in cui, anche per concedere uniformità alla gestione di legati, lasciti e patrimoni, vengono laicizzati (si veda la TERMINOLOGIA USATA) e ristrutturati vari aspetti della vita ecclesiastica in Liguria ponentina come in ogni altra contrada dell'IMPERO.


da Cultura-Barocca

sabato 8 dicembre 2018

Iconografia del Trofeo di Augusto a La Turbie

Da Theatrum Statuum Sabaudiae, Amsterdam, 1682, in B. Durante-R. Capaccio "Marciando per le Alpi..." , Cavallermaggiore [Gribaudo-Paravia], 1993
La fortificazione sabauda, realizzata sui resti del Trofeo di Augusto, fu distrutta nel 1706 dai Francesi durante la Guerra di Successione Spagnola.
Da Giarre in B. Durante-M. De Apollonia "Albintimilium, antico municipio romano", Gribaudo, 1988

Come si vede nella soprastante incisione.

da Cultura-Barocca