Il Monte Carmelo |
I CARMELITANI in origine erano CROCIATI che, attirati dall’esempio di Elia, volevano consacrarsi al servizio della Madonna sul Monte Carmelo: proprio per questo motivo assunsero il nome originario di Eremiti del Carmelo (o Eremiti Latini).
Presero la prima dimora ufficiale, all’incirca tra il 1192 e il 1209, sulla via di pellegrinaggio che conduceva da Akko a Cesarea.
Non è peraltro noto in quale periodo S. Alberto Patriarca di Gerusalemme, abbia riunito in un gruppo gli Eremiti del Carmelo stendendo per loro la Regola di vita cioè quella che viene definita Regola primitiva: l’ipotesi più probabile è che tutto questo sia avvenuto anteriormente al 1214 quando Alberto ricoprì il suo patriarcato (1209?).
Successivamente i CARMELITANI istituirono monasteri in Palestina, in Siria, e quindi in Europa.
In Europa giunsero nel 1235, quando a due religiosi fu concesso di innalzare una Casa a Valencienne, in Francia.
L’immigrazione generale, però, ebbe luogo nel 1238, mentre nel 1241 due gentiluomini al seguito di Riccardo di Cornovaglia tornando in patria condussero con sé alcuni frati del Monte Carmelo e diedero loro due conventi: uno a Hulne, ai confini della Scozia, l’altro a Hylesford, nella contea di Kent. Anche S. Luigi, re di Francia, domandò nel 1245 al Priore del Monte Carmelo sei religiosi e diede loro una Casa vicino a Parigi.
Fu allora il momento di richiedere una superiore approvazione della Regola, che i Carmelitani ottennero da Papa Onorio III (30 gennaio 1226), riconfermata da Papa Gregorio IX (1229). Intanto la Terra Santa veniva progressivamente rioccupata dai Musulmani e l’esodo dei Carmelitani verso l’Europa, i loro paesi d’origine, divennetotale.
Qui, adeguandosi alle nuove condizioni di vita, si riavvicinarono alle città, sviluppando una certa vita comunitaria. Dovettero quindi appellarsi al Pontefice Innocenzo IV, per adattare la Regola alla loro mutata condizione sociale: da EREMITA, e l’Ordine si trasformò in MENDICANTE, sull’esempio dei Francescani e Domenicani.
Il primo ottobre 1247, Papa Innocenzo IV pubblicò la Regola Modificata dei Carmelitani.
Al crepuscolo del Medio Evo, specialmente dopo la grave crisi della Chiesa nel periodo in cui i Papi, lasciata Roma, si trasferirono ad Avignone e quindi durante lo Scisma d’Occidente, emerse in varie contrade una formidabile esigenza di riforme.
I Concili di Costanza (1414 - 1418), di Basilea (1431 - 1437) e di Ferrara-Firenze (1438 - 1442) furono essenziali tappe di questo processo di revisione: a tutto ciò si accostarono le imprese apostoliche di predicatori di penitenza, quali San Vincenzo Ferreri, SAN BERNARDINO DA SIENA (che tanto peso ebbe in ambito ligure ponentino) e San Giovanni di Capistrano.
Pure i CARMELITANI [ormai abbandonata la loro originaria e antichissima strutturazione di ORDINE CROCIATO] diedero stimolo ad una nuova generazione di monaci e monache estremamente operosi sul piano apostolico tra cui meritano di essere menzionati Bartolomeo Fanti, Angelo Mazzinghi, Giovanni Scopelli, Arcangela Ghirlani, Giovanni Soreth, e Beato Battista Mantovano che diede vita alla cosidetta Congregazione Mantovana.
La grande riforma dell’ORDINE, quella che diede vita ai CARMELITANI SCALZI, passò tuttavia attraverso il fervente operato di S. Teresa d’Avila sì che giustamente si può parlare di una Riforma Teresiana. Nel clima che caratterizzò il completamento della RICONQUISTA CRISTIANA DELLA SPAGNA nacque, il 28 marzo 1515, S. Teresa de Ahumada, che entrò fra le Carmelitane della sua città natale (Avila) a ventun anni, rimanendovi fino al 1562 presso il monastero dell'Incarnazione.
Con la fondazione del piccolo monastero di San Giuseppe ( 24 agosto 1562), Teresa iniziò alla sua riforma fra le monache.
Questa sarebbe poi stata estesa anche ai frati (Duruelo 1568) grazie al concorso di S. Giovanni della Croce.
L’ideale Carmelitano Teresiano era nello stesso tempo insieme contemplativo e apostolico.
Le caratteristiche fondamentali dei "mezzi" che la Santa considerava essenziali per il raggiungimento dei suoi ideali erano: orazione, zelo apostolico, solitudine (silenzio, ritiro, clausura), vita comunitaria (piccolo gruppo, vita fraterna, semplicità, libertà spirituale, umanesimo), spirito mariano, ascesi e lavoro.
Dopo la fondazione delle comunità femminili, l’idea di fondare alcune comunità maschili sullo stile del monastero di San Giuseppe, punto di partenza della Riforma Teresiana, si fece ben presto strada nella mente della Santa. Indubbiamente la sua formula di vita religiosa, che produceva così meravigliosi frutti di perfezione tra le donne, poteva ben essere realizzata anche tra gli uomini. Il 13 marzo 1566 il Padre Generale dei Carmelitani Giovanni Rossi, era sbarcato in Spagna, avendo ricevuto da Papa Pio V l’incarico di procedervi alla riforma dell’Ordine Carmelitano. Incontrò colà Santa Teresa e autorizzò la fondazione di due conventi di frati "riformati" o "scalzi". Fu in quel periodo che la Santa incontrò a Medina un giovane frate, allora venticinquenne: si chiamava fra Giovanni Della Croce ed era animato dallo stesso zelo; fu invitato a preparare il primo convento maschile a Duruelo (Avila) e a vestire, per primo, il nuovo saio che la stessa Teresa aveva ideato. La nuova vita di CARMELITANI SCALZI fu quivi inaugurata il 28 novembre del 1568 secondo le norme e le indicazioni di Teresa: ritorno alla Regola del 1247, spirito di mortificazione e di ritiro, perenne comunione orante con Dio, sforzi per rendere sempre più feconda l’azione apostolica. Nel 1570, dato il fiorire delle vocazioni, con l’autorizzazione del Padre Generale, si aprì ad Alcalà di Henares il primo Collegio della Riforma per favorire gli studi dei giovani religiosi.
Rettore ne fu, l’anno dopo, Padre Giovanni Della Croce.
Successivamente furono inaugurati il quarto convento ad Altomira, seguito da un altro a La Roda-Cuenea (1572).
Per quanto riguarda il perfezionamento delle strutture e dell’assetto giuridico dell’Ordine, importante RISULTO' l’opera di Padre Nicolò Doria, il quale ottenne da Papa Sisto V, nel 1587, l’erezione della Riforma Teresiana in Congregazione autonoma, con un proprio Vicario Generale. Non contento di questo, lavorò anche per la completa separazione dell’Antico Ordine Carmelitano, avvenuta nel 1593 con editto di Papa Clemente VIII: il superiore non si sarebbe più dovuto chiamare Vicario, ma Preposito Generale (nel 1594 venne eletto alla carica Padre Elia di San Martino). Se il 1600 segna l’inizio ufficiale della nuova Congregazione, già dall’anno prima i CARMELITANI D’ITALIA avevano redatto un testo di Costituzioni proprie, diverse da quelle spagnole, che rimasero in vigore con poche modifiche praticamente fino a oggi. Importante è ricordare il fatto che già nel 1605 il Capitolo Generale della Congregazione d’Italia decideva ufficialmente l’inizio di un’attività missionaria che prese il via nel 1620, sì che fu eretto in Roma un Seminario delle Missioni che si chiamò di San Pancrazio.
Le soppressioni dell’Ottocento segnarono la fine di un’istituzione che Papa Clemente XI, nel 1707, proponeva come esempio agli altri Ordini e che si era dimostrato centro così attivo di teologia e di pastorale missionaria. Il Seminario fu tuttavia restaurato in nuova sede, sempre accanto alla basilica di S. Pancrazio al Gianicolo, nel 1936; al presente sussiste praticamente incorporato al Teresianum, il collegio internazionale dell’Ordine: e se ogni Ordine religioso ha nella Chiesa la sua vocazione particolare, secondo la Regola del Carmelo e l’esempio dei suoi santi il nobile fine proposto è quello di mantenere, sviluppare e diffondere lo spirito di contemplazione.
Presero la prima dimora ufficiale, all’incirca tra il 1192 e il 1209, sulla via di pellegrinaggio che conduceva da Akko a Cesarea.
Non è peraltro noto in quale periodo S. Alberto Patriarca di Gerusalemme, abbia riunito in un gruppo gli Eremiti del Carmelo stendendo per loro la Regola di vita cioè quella che viene definita Regola primitiva: l’ipotesi più probabile è che tutto questo sia avvenuto anteriormente al 1214 quando Alberto ricoprì il suo patriarcato (1209?).
Successivamente i CARMELITANI istituirono monasteri in Palestina, in Siria, e quindi in Europa.
In Europa giunsero nel 1235, quando a due religiosi fu concesso di innalzare una Casa a Valencienne, in Francia.
L’immigrazione generale, però, ebbe luogo nel 1238, mentre nel 1241 due gentiluomini al seguito di Riccardo di Cornovaglia tornando in patria condussero con sé alcuni frati del Monte Carmelo e diedero loro due conventi: uno a Hulne, ai confini della Scozia, l’altro a Hylesford, nella contea di Kent. Anche S. Luigi, re di Francia, domandò nel 1245 al Priore del Monte Carmelo sei religiosi e diede loro una Casa vicino a Parigi.
Fu allora il momento di richiedere una superiore approvazione della Regola, che i Carmelitani ottennero da Papa Onorio III (30 gennaio 1226), riconfermata da Papa Gregorio IX (1229). Intanto la Terra Santa veniva progressivamente rioccupata dai Musulmani e l’esodo dei Carmelitani verso l’Europa, i loro paesi d’origine, divennetotale.
Qui, adeguandosi alle nuove condizioni di vita, si riavvicinarono alle città, sviluppando una certa vita comunitaria. Dovettero quindi appellarsi al Pontefice Innocenzo IV, per adattare la Regola alla loro mutata condizione sociale: da EREMITA, e l’Ordine si trasformò in MENDICANTE, sull’esempio dei Francescani e Domenicani.
Il primo ottobre 1247, Papa Innocenzo IV pubblicò la Regola Modificata dei Carmelitani.
Al crepuscolo del Medio Evo, specialmente dopo la grave crisi della Chiesa nel periodo in cui i Papi, lasciata Roma, si trasferirono ad Avignone e quindi durante lo Scisma d’Occidente, emerse in varie contrade una formidabile esigenza di riforme.
I Concili di Costanza (1414 - 1418), di Basilea (1431 - 1437) e di Ferrara-Firenze (1438 - 1442) furono essenziali tappe di questo processo di revisione: a tutto ciò si accostarono le imprese apostoliche di predicatori di penitenza, quali San Vincenzo Ferreri, SAN BERNARDINO DA SIENA (che tanto peso ebbe in ambito ligure ponentino) e San Giovanni di Capistrano.
Pure i CARMELITANI [ormai abbandonata la loro originaria e antichissima strutturazione di ORDINE CROCIATO] diedero stimolo ad una nuova generazione di monaci e monache estremamente operosi sul piano apostolico tra cui meritano di essere menzionati Bartolomeo Fanti, Angelo Mazzinghi, Giovanni Scopelli, Arcangela Ghirlani, Giovanni Soreth, e Beato Battista Mantovano che diede vita alla cosidetta Congregazione Mantovana.
La grande riforma dell’ORDINE, quella che diede vita ai CARMELITANI SCALZI, passò tuttavia attraverso il fervente operato di S. Teresa d’Avila sì che giustamente si può parlare di una Riforma Teresiana. Nel clima che caratterizzò il completamento della RICONQUISTA CRISTIANA DELLA SPAGNA nacque, il 28 marzo 1515, S. Teresa de Ahumada, che entrò fra le Carmelitane della sua città natale (Avila) a ventun anni, rimanendovi fino al 1562 presso il monastero dell'Incarnazione.
Con la fondazione del piccolo monastero di San Giuseppe ( 24 agosto 1562), Teresa iniziò alla sua riforma fra le monache.
Questa sarebbe poi stata estesa anche ai frati (Duruelo 1568) grazie al concorso di S. Giovanni della Croce.
L’ideale Carmelitano Teresiano era nello stesso tempo insieme contemplativo e apostolico.
Le caratteristiche fondamentali dei "mezzi" che la Santa considerava essenziali per il raggiungimento dei suoi ideali erano: orazione, zelo apostolico, solitudine (silenzio, ritiro, clausura), vita comunitaria (piccolo gruppo, vita fraterna, semplicità, libertà spirituale, umanesimo), spirito mariano, ascesi e lavoro.
Dopo la fondazione delle comunità femminili, l’idea di fondare alcune comunità maschili sullo stile del monastero di San Giuseppe, punto di partenza della Riforma Teresiana, si fece ben presto strada nella mente della Santa. Indubbiamente la sua formula di vita religiosa, che produceva così meravigliosi frutti di perfezione tra le donne, poteva ben essere realizzata anche tra gli uomini. Il 13 marzo 1566 il Padre Generale dei Carmelitani Giovanni Rossi, era sbarcato in Spagna, avendo ricevuto da Papa Pio V l’incarico di procedervi alla riforma dell’Ordine Carmelitano. Incontrò colà Santa Teresa e autorizzò la fondazione di due conventi di frati "riformati" o "scalzi". Fu in quel periodo che la Santa incontrò a Medina un giovane frate, allora venticinquenne: si chiamava fra Giovanni Della Croce ed era animato dallo stesso zelo; fu invitato a preparare il primo convento maschile a Duruelo (Avila) e a vestire, per primo, il nuovo saio che la stessa Teresa aveva ideato. La nuova vita di CARMELITANI SCALZI fu quivi inaugurata il 28 novembre del 1568 secondo le norme e le indicazioni di Teresa: ritorno alla Regola del 1247, spirito di mortificazione e di ritiro, perenne comunione orante con Dio, sforzi per rendere sempre più feconda l’azione apostolica. Nel 1570, dato il fiorire delle vocazioni, con l’autorizzazione del Padre Generale, si aprì ad Alcalà di Henares il primo Collegio della Riforma per favorire gli studi dei giovani religiosi.
Rettore ne fu, l’anno dopo, Padre Giovanni Della Croce.
Successivamente furono inaugurati il quarto convento ad Altomira, seguito da un altro a La Roda-Cuenea (1572).
Per quanto riguarda il perfezionamento delle strutture e dell’assetto giuridico dell’Ordine, importante RISULTO' l’opera di Padre Nicolò Doria, il quale ottenne da Papa Sisto V, nel 1587, l’erezione della Riforma Teresiana in Congregazione autonoma, con un proprio Vicario Generale. Non contento di questo, lavorò anche per la completa separazione dell’Antico Ordine Carmelitano, avvenuta nel 1593 con editto di Papa Clemente VIII: il superiore non si sarebbe più dovuto chiamare Vicario, ma Preposito Generale (nel 1594 venne eletto alla carica Padre Elia di San Martino). Se il 1600 segna l’inizio ufficiale della nuova Congregazione, già dall’anno prima i CARMELITANI D’ITALIA avevano redatto un testo di Costituzioni proprie, diverse da quelle spagnole, che rimasero in vigore con poche modifiche praticamente fino a oggi. Importante è ricordare il fatto che già nel 1605 il Capitolo Generale della Congregazione d’Italia decideva ufficialmente l’inizio di un’attività missionaria che prese il via nel 1620, sì che fu eretto in Roma un Seminario delle Missioni che si chiamò di San Pancrazio.
Le soppressioni dell’Ottocento segnarono la fine di un’istituzione che Papa Clemente XI, nel 1707, proponeva come esempio agli altri Ordini e che si era dimostrato centro così attivo di teologia e di pastorale missionaria. Il Seminario fu tuttavia restaurato in nuova sede, sempre accanto alla basilica di S. Pancrazio al Gianicolo, nel 1936; al presente sussiste praticamente incorporato al Teresianum, il collegio internazionale dell’Ordine: e se ogni Ordine religioso ha nella Chiesa la sua vocazione particolare, secondo la Regola del Carmelo e l’esempio dei suoi santi il nobile fine proposto è quello di mantenere, sviluppare e diffondere lo spirito di contemplazione.