Templari condannati al rogo dall'Inquisizione, da Chroniques de France ou de St Denis - Fonte: Wikipedia |
Soltanto
per fornire uno schema di base occorre preavvertire la sostanziale
differenza tra l'Inquisizione medievale (del XIII secolo),
l'Inquisizione Spagnola
(creata da Sisto IV su petizione di Ferdinando il Cattolico ed Isabella
di Castiglia, Sovrani di quella Spagna ormai del tutto sottratta
all'Islam e quindi ferocemente persecutoria avverso i rigurgiti di
paganesimo) ed infine l'Inquisizione Romana, istituita nel XVI secolo e
di conseguenza in piena opera controriformistica per volontà di Paolo
III.
Trascurando,
per ragioni di spazio e per l'assenza di prove esaustive, le complesse
vicende delle antichissime forme di persecuzioni incentivate dai
cristianizzati, fin dal III secolo, contro le più svariate
manifestazioni di presunta idolatria, per le vicende antichissime
dell'intransigenza cristiano-cattolica è sufficiente far cenno
all'evoluzione (od involuzione?) del pensiero di Sant'Agostino che, anche
in rapporto alle esigenze storiche, finì con l'abbandonare la
sostanziale tolleranza intrattenuta in occasione della sua polemica
antimanichea per attingere a forme di lotta abbastanza intransigente (in
particolare negli ultimi tempi di vita del Vescovo di Ippona) contro i
donatisti, sì da formulare quell'inquietante principio del compelle
intrare (cioè "costringere le persone ad entrare nelle chiese") che
avrebbe inevitabilmente esercitato una pesante influenza sugli
atteggiamenti dei tribunali ecclesiastici avverso le future forme di
eresia o dissenso dal pensiero romano-cattolico.
Per
tutto il Medioevo barbarico e l'Alto Medioevo la Chiesa non assurse,
come troppo spesso si crede ed anche si scrive, a intolleranza totale
nei riguardi delle forme di eresia che pur non mancavano di sorgere con
frequenza nel contesto della cristianità; le esecusioni capitali
costituivano ancora una rarità, le morti sul rogo furono spesso più
dovute alla rabbia popolare che ad un sistematico apparato giudiziale
ecclesiastico: nonostante interrogatori e processi intentati a fazioni
accusate di eresia, in quest'epoca mancava ancora l'aspetto basilare del
diritto ecclesiastico inquisitoriale, quello che appunto dà nome
all'Inquisizione che, derivando dal latino giuridico inquisitio, allude
ad una "ricerca sistematica ed investigativa su scala codificata da
canoni".
In
linea sostanziale, seppur non formale, si può parlare di "inquisizione
ecclesiastica" a partire dalla reazione della Chiesa all'eresia Catara,
massicciamente arginata da una vasta serie di decreti conciliari (Tours,
1163 - Terzo Lateranense 1179 - Verona, 1184 - Montpellier, 1195 ecc.)
attraverso ordinamenti di ricerca, teoricamente scientifica, dei
presunti eretici tramite specifiche commissioni parrocchiali o di
testimoni sinodali.
E' da condividere il pensiero di Raoul Manselli (Grande Dizionario Enciclopedico - U.T.E.T., Torino, volume X, s. v. Inquisizione) nel non accreditare a tale epoca l'istituzione giuridica vera e propria dell'Inquisizione.
E' da condividere il pensiero di Raoul Manselli (Grande Dizionario Enciclopedico - U.T.E.T., Torino, volume X, s. v. Inquisizione) nel non accreditare a tale epoca l'istituzione giuridica vera e propria dell'Inquisizione.
In
effetti, senza che fossero state organizzate specifiche codificazioni
giuridiche, i vari Concili avevano soltanto mirato ad affidare ai
vescovi ed ai loro subalterni la persecuzione degli eretici, sì che i
vari prelati, dopo aver denunziati, condannati e puniti secondo i
distinti costumi locali quanti avessero confessato la loro appartenenza a
sette ereticali, avrebbero sempre dovuto consegnare gli intransigenti e
reprobi al Braccio Secolare (potere laico) nel caso di esecuzioni capitali e pene mortali.
Poiché
l'operato dei vescovi risultò mediamente episodico, anche per mancanza
di autentici strumenti di intervento, senza calcolare la scarsa
collaborazione del clero locale, la vera e propria Inquisizione, volendo
alludere ad una sua reale efficienza e competenza, si può datare dalla
creazione, per intervento papale, d'un giudice straordinario od
Inquisitor, con giurisdizione universale, che prese ad affiancare il
prelato locale, con giurisdizione invece limitata alla sua diocesi, il
quale doveva riconoscere l'universitatem causarum a differenza
dell'Inquisitor cui spettava la persecuzione dell' heretica pravitas.
Sarà
poi nei Capitoli del senatore romano Annibaldo degli Annibaldi
(febbraio 1231) che il termine di INQUISITORE, troverà la sua
codificazione.
Tali Capitoli (propriamente Capitula Anibaldo
Senatoris pubblicati a Roma nel febbraio del 1231 non furono però altro
che la trasposizione giuridica di una serie di Regole formulate da Papa
Gregorio IX, che con Innocenzo IV, fu uno dei Pontefici romani che
maggiormente si preoccuparono di dar vigore all'INQUISIZIONE: in forza
dei suoi comandamenti la normativa pubblicata era finalmente esaustiva
ed avrebbe presto avuto valore universale per la sua diffusione presso
tutti gli arcivescovi e principi d'Europa.
Leggendo
i Capitoli redatti dal senatore Annibaldo degli Annibaldi vi si
riconoscono finalmente i dettati di un vero sistema procedurale e
giudiziario, che comportava, tra l'altro, l'obbligo per il senatore, ma
anche per ogni buon cattolico, di imprigionare gli eretici, di far
eseguire le condanne ad otto giorni dalla sentenza, di comminare la
multa di venti lire per chi non denunciasse un eretico e di duemila
marchi (oltre l'interdizione dai pubblici uffizi) per il senatore
inadempiente, il diritto di confiscare i beni di siffatti rei come pure
l'obbligo di radere al suolo, trasformando il sito in un letamaio, la
casa che avesse fornito ospitalità a qualsiasi "blasfemo" (teorema di
condanna distruttiva copiosamente ripreso dal diritto penale, come iva
l'andamento del processo onde evitare possibili errori procedurali).
Papa Gregorio IX nel 1235 concesse l'INQUISIZIONE ai frati domenicani e tale privilegio fu poi esteso pure ai francescani verso il 1245.
Tra le ragioni che avrebbero indotto a siffatto potenziamento dell'istituto inquisitoriale sarebbe da ascrivere lo scontro esistente tra il Papa e l'imperatore Federico II.
Tra le ragioni che avrebbero indotto a siffatto potenziamento dell'istituto inquisitoriale sarebbe da ascrivere lo scontro esistente tra il Papa e l'imperatore Federico II.
In
definitiva la figura dell'INQUISITORE DELEGATO PONTIFICIO sarebbe stata
creata al fine di contrapporla ai giudici laici che andavano vieppiù
sancendo la supremazia di Federico II a scapito delle antiche
prerogative ecclesiastiche.
Stupisce tuttavia gli storici la
contraddizione storica per cui soprattutto in territorio francese,
estraneo quindi all'influenza di Federico II, l'INQUISIZIONE abbia
esercitato al massimo grado la sua pressione: ma l'argomento, per quanto
dibattuto, non è ancora stato compiutamente risolto dagli storici.
E'
da questi tempi che alle condanne presero a seguire pene mortificanti
affidate al potere secolare e tra le quali prese sempre più a comparire
la combustione del condannato sul rogo (che come dettano gli stessi
Statuti di Genova era considerata "pena nuova e purificatrice di fronte
all'idra eretica e sacrilega"): fu da quest'epoca, vista la dilatazione
del fenomeno inquisitoriale, che presero a scriversi trattati ad uso
degli inquisitori, in cui si registravano e si discutevano i più
svariati casi di eresia e di persecuzione (ed al riguardo non può
sottacersi l'opera dell'Inquisitore domenicano Bernardo Guy o Gui o di
Guido che, particolarmente e ferocemente attivo contro la setta
ereticale dell'Ordine degli Apostoli) svolse la sua attività agli inizi
del Trecento nella Francia meridionale ponendo le fondamenta delle procedure investigative e dell'interrogatorio dei rei).
Una
trasformazione dell'Inquisizione ecclesiastica si data da papa Giovanni
XXII (1316-34), dopo il Concilio di Vienne (1311-'12) quando l'ufficio
inquisitoriale divenne competente di stregoneria, assimilata all'eresia, dicendosi che tanto eretici quanto fattucchiere intrattenessero relazioni demoniache.
Per circa 200 anni l'impegno inquisitoriale in Europa, e in Spagna, si restrinse alla caccia alle streghe pur se il Potere non mancò di servirsene contro arabi ed ebrei, confusi con maghi, fattucchiere e sacrilegi.
Non
si può far a meno di menzionare il ruolo degli Inquisitori nel Nuovo
Mondo, laddove in Centro America un errato approccio colle antiche
culture indigene si trasformò in un bagno di sangue per disintegrare i
ceti dominanti delle civiltà autoctone sostituendo ad esse il sistema
socio-economico dei conquistadores contro cui tuonarono voci importanti
come quella di Bartolomé de las Casas.