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lunedì 22 giugno 2015

Emblematiche villeggiature antiche in quel di Latte di Ventimiglia (IM)

 
A fronte dei "Luoghi" (anche detti "Ville") del Contado Orientale di Ventimiglia (all'estremo occidente della Liguria, oggi in provincia di Imperia ) - poi organizzatisi nella "Comunità degli 8 Luoghi" e dediti principalmente a una vita agronomica di grande rilievo con l'eccezione marinaresca di Bordighera (tradizione culturale da mettere forse in relazione al fatto che queste ville verosimilmente continuarono, fortificate e popolate, una vetusta tradizone romana = cosa che si riscontra specificatamente per il sito di San Biagio della Cima ma comunque per tutta l'"'Armantica") -, soprattutto all'inizio dell'epoca moderna i meno popolosi centri del Contado Occidentale ebbero sorti diverse ( si veda, ad esempio, Mortola). 

Decisamente emblematico fu il caso di  LATTE (sopra ben visibile in settecentesca cartografia vinzoniana) che, oggi frazione di Ventimiglia, ebbe - pur tra esperienze agronomiche e di commercio di bestiame - un'antica valenza turistico-ambientale. 
Quest'ultima in parte derivata dall'usanza praticata dai residenti facoltosi di Ventimiglia di lasciare per determinati periodi il capoluogo, cui era attribuita fama di sito malsano e d'aria pesante. Nella convinzione derivata dalla medicina del tempo che la villeggiatura in zone reputate climaticamente salubri fosse, oltre che un modo per ritemprarsi, anche - specie fra '500 e '600 - una soluzione per aggirare i pericoli della grande pandemia della Morte Nera. 

Così che, seppur con lo sfarzo possibile ai più modesti mezzi d'una borghesia e d'una nobiltà provinciali, presero a sorgere ville signorili anche nel progetto di imitare le ben più ricche ville del contado di Genova
Anche se altri nobili come i Clavesana non disdegnavano luoghi alternativi per ritempare spirito e salute come la splendida località di "Rezzo" destinata a divenire scenario entro un romanzo del seicentesco romanziere genovese Bernardo Morando
Effettivamente tra '500 e '600 a livello panitaliano correva l'opinione che Ventimiglia non fosse città salubre e che risiedendovi si potessero contrarre facilmente, anche mortali, febbri (malariche). 
Contro siffatto giudizio, anche per giustificare la sua scelta di ritornare in Ventimiglia ed erigervi la sua "Libraria", si adoperò Angelico Aprosio, cercando semmai di evidenziare (pur con alcune quasi necessarie precisazioni) i pregi del capoluogo. 

La bontà climatica di LATTE si radicò comunque per lungo tempo nell'opinione generale prendendo piede anche tra chi proveniva da lontano, così che, per esempio, la località fu frequentata nel '600 anche dall'allora famosa poetessa romana Camilla Bertelli - celebrata alquanto da Prospero Mandosio -. La Bertelli abitava a Nizza, perché aveva sposato un esponente della ricca casata locale Martini avendone un figlio letterato, Francesco Martini. Fu molto amica di Angeico Aprosio, che era solita ospitare nella sua proprietà di Latte, appunto. 

Varie tracce di insediamenti romani inducono comunque a pensare che siffatta dimensione residenziale della piana di Latte risalisse molto indietro nel tempo, sin forse alla romanità, soprattutto alla romanità imperiale. Ferma restando nell'oscurità del medioevo e della lotta contro i Saraceni l'importanza in questa area di qualche insediamento monastico e benedettino, anche, poi (non esclusi coi percorsi della Fede - compresa la diramazione della Via Francigena dal Cenisio a Novalesa, Oltregiogo, Camporosso e areale intemelio riconsacrata da un Vescovo di Ventimiglia -) a guardia dei percorsi verso i Santuari galiziani (ed in merito a ciò rammentiamo l'Ospedale della Clusa di Latte e l'Ospedale di Cornia). 
Resta peraltro interessante segnalare che nel mare antistante, tra la villa Botti ed il sito detto u muru russu, a giudizio di pescatori e subacquei, si sarebbero rinvenuti laterizi romani, anche con bolli, tracce di vasellame, almeno un'anfora intatta ed un'ancora. Anche se leggendo la cinquecentesca, monumentale  Storia Naturale del grande Ferrante Imperato - qui digitalizzata nella stampa giudicata ancor più esauriente del '600 e provvista di indici moderni -, si intende quanto materiale antico sia stato riutilizzato e/o frammentato per scopi edili nel corso dei secoli dalla caduta di Roma. Voci incontrollabili hanno fatto anche cenno - sempre per la zona di Latte - all'esistenza del relitto d'una nave oneraria romana, ma si può sempre oscillare fra parziali verità e clamorosi abbagli (per questo è sempre doveroso attenersi a quanto ufficialmente e scientificamente segnalato in materia di repertazione romana sottomarina, ferma restando la potenzialità di sempre nuovi rinvenimenti. La sostanza dei fatti induce a credere comunque che tutta questa parte di costa, lungo i secoli ed i millenni, sia stata un ricettacolo naturale di materiale navale e di relitti in forza della positura e di una ricchezza di scogli destinata a rendere costituzionalmente pericolosa la navigazione prima di accedere alla presumibile guida artificiale verso i porti intemeli del "Faro di Ventimiglia" o, se vogliamo, dello  Scoglio Alto

E peraltro, a testimoniare una frequentazione romana di LATTE - parte integrante del SUBURBIO OCCIDENTALE DI VENTIMIGLIA ROMANA - e sito attraversato dal tragitto dell' imperiale via Iulia Augusta, concorrono recenti ritrovamenti archeologici, fra cui in particolare si sono potuti localizzare i reperti di una supponibile VILLA RUSTICA E/O PSEUDOURBANA 

L'individuazione, tra altri plausibili, di un edificio romano nella piana conforta l'opinione su un insediamento costiero ad ovest di Ventimiglia: per quanto si è individuato, la struttura del complesso romano risulta di forma allungata, di cui si sono portati alla luce almeno due ambienti con murature in ciottoli di grandi dimensioni, solo parzialmente conservate. La vicinanza alla riva marina induce a ritenere sia stata una villa marittima e residenziale, magari provvista di un proprio approdo se non, in qualche maniera, interagente con uno dei non pochi luoghi di sosta per i viaggiatori che procedevano per la Via Iulia Augusta alla volta della Gallia. 

da Cultura-Barocca