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domenica 9 luglio 2017

Il controllo dei libri - ed altro ancora - da Roma Antica all'età barocca


Sin dai tempi di Roma Antica [quando praticamente vide gli albori la vera editoria - trattandosi anche di editoria privata - non solo sotto forma di pubblicazione di libri, benché manoscritti, ma anche sotto specie di distribuzione con relativa pubblicizzazione e conservazione come - ma certo non soltanto - nel caso dei pur effimeri Acta Diurna Populi Romani, sorta di protogiornalismo periodicamente divulgato anche nell'Impero e con un certo successo; ma dopo che gli Editori ne avevano depositato un esemplare presso l'Archivio di Stato] nelle Biblioteche, ma anche presso le Librerie, la "Ricerca dei Libri" (per acquisto o lettura) si svolgeva appuntandosi, da parte dei bibliotecari o dei librai, il titolo, specie se trattandosi di opera non troppo richiesta o comunque da individuare tra le tante, a testimonianza di una consuetudine tramandatasi per millenni. Del resto, ad ulteriore singolare coincidenza nell'Editoria attraverso i secoli, merita una nota attenta che divulgazione e spedizione degli Acta potesse avvenire solo dopo una sorta di "Licenza concessa dal Praefectus Urbis". Cosa questa che manca nella forma ed anche nella sostanza [fatti salvi comunque possibili provvedimenti censori avverso pubblicazioni contrarie o al decoro, od alla religione ed allo stesso Imperatore di consonanza] con la Censura Ecclesiastica e la Congregazioni dell'Indice [al limite seppur con tanta cautela vale l'asserzione ovidiana di una personale sfortuna per l'Error ed il Carmen, ove nel Carmen si è vista l'edizione dell'Ars Amandi opera nei contenuti certo contraria al processo augusteo di moralizzazione] ma che ha indubbie convergenze con la Licenza od Autorizzazione degli Stati a stampa e distribuzione, per esempio nel XVII secolo nei casi della Repubblica di Venezia e della Repubblica di Genova con tanto di doveri precisi da rispettare da parte degli Editori verso lo Stato.
Già dai tempi di Roma antica la salvaguardia di libri e documenti era comunque un principio importante dato il loro valore ed in "segreteria" quanto nelle sale di lettura si esposero regolamenti e normative. Tali provvedimenti continuarono attraverso i millenni...

Rispetto ai tempi pregressi quando variamente si pubblicava su manoscritti ed utilizzando questo vario materiale resta assolutamente fuor di qualsiasi dubbio che l'invenzione della stampa rappresentò un evento eccezionale e planetario ai fini della documentazione e della dstribuzione della cultura affatto inferiore a quello che oggi si attribuisce ai "Media" e alla "comunicazione informatica on line" ma tale straordinario evento attivò anche fenomeni sgraditi all'elitaria, anche culturalmente, società del tempo. Per esempio l'invenzione della stampa fu esaltata dallo stesso Martin Lutero costituendo essa la possibilità di dare alla luce un assai più considerevole materiale di lettura con notevoli effetti pubblicistici e capaci di alterare la paludosa inerzia intellettuale di grandi strati di popolazione.
In forza della cresciuta facoltà di divulgazione la stampa divenne quindi celermente un potente mezzo di dispute, come detto non più elitario, ma certo capace di incidere sulla vita socio politica come attesta e giurisdizionale il dibattito tra Paolo Sarpi e Francesco Bellarmino ovverossia tra Venezia e Roma.


Giammai bisogna poi dimenticare che dati gli equilibrismi del potere strutturato entro un'ambigua ma efficiente sinergia tra Stato e Chiesa la custodia dei libri e soprattutto la verifica dei loro contenuti poteva contestualmente coinvolgere, magari anche su piani diversi, tanto la Stato che la Chiesa.
Le postulazioni di Lutero come di vari suoi seguaci che principalmente parevano interessate e giustificate nell'agevolare il proselitismo religioso, specialmente nel caso più eclatante e combattuto delle "Diocesi Usbergo" o "Diocesi di Frontiera", donde potevano penetrare libri anticattolici, finivano, più o meno volutamente, sotto forma di propaganda parallela per materializzarsi contestualmente in idee alternative alla sanzione dell'immutabilità dello "statu quo" degli Stati, con la Chiesa, reputato custodia dello stato sociale ufficialmente riconosciuto quale perfetto, cioè dell'immobilismo dei ruoli ben distinti di egemonia quanto di subalternità.
Per quanto possa parere oggi sorprendente atteso che prevale certo attualmente la disanima sui "Massimi Sistemi", sui loro martiri e sui libri proibiti in materia, cioè sulla fiera lotta - non esente da vittime sull'una e sull'altra sponda - tra interpretazioni cosmologiche e quindi tra Scienza Nuova e vecchia Scienza Aristotelica
cosa peraltro indubbia e rilevante, risulta in base a quanto detto e ben oltre il mero fatto socio-morale del tutto destabilizzante rispetto al sistema, anche per l'implicita decadenza di una serie di segni distintivi e di sanzioni giuridiche e giurisdizionali, il caso della pubblicistica controriformista a pro delle prostitute reputate ben accolte - dalla diaspora cattolica - nell'ecumene riformato a condizione di convertirsi alle nuove idee.
Sì da diventare agenti dell'idea protestante e quindi dell'eresia, approfittando dell'impudicizia attribuita per via di libelli cattolici ai Riformati. Sin poi in qualità di streghe eretiche giungere al segno di usare i loro artifici di seduzione e fascinazione magica per trascinare dei già ferventi cattolici alla perdizione. Come  scritto dall'agostiniano Henricus Lancelotz che nell'opera Anatomia Christiani Deformati edita ad Anversa per i tipi di Hyeronimus Verduss nel 1613 (in merito all'organizzazione da parte degli eretici di veri e propri sabba di massa, come avrebbero fatto nel 1527, in una località della Svizzera, trecento di loro i quali, al termine di una funzione sacra) che esplicitamente così si espresse = " ....dopo aver cantato le lodi a Dio, spensero le luci e si diedero turpemente a saziare la propria libidine alla maniera degli animali. Poi salirono sopra la montagna più alta, convinti che da lassù sarebbero stati assunti in cielo con l'anima e il corpo. Non c'è da stupirsi d'altronde, dal momento che in precedenza Lutero aveva scritto che l'uomo ha bisogno del coito più che di mangiare e bere e, in altra occasione, disse = 'Se vostra moglie non ci sta, fatevi la serva...'".