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lunedì 10 dicembre 2018

Sulla Repubblica Ligure

 

La carta sopra proposta [riportante la "Legge" della Repubblica (rivoluzionaria) Ligure] rimanda, direttamente ed indirettamente, ai Tempi Nuovi della Rivoluzione Francese ed al suo possente influsso su tanti altri Stati europei.

 
   
Nello specifico riporta alla caduta della Serenissima Repubblica di Genova ed alla conseguente costituzione della Repubblica Ligure di stampo filofrancese. Nel 1797, sulla scia dei SUCCESSI DI NAPOLEONE E DELL'ARMATA D'ITALIA si costituì a Genova il GOVERNO PROVVISORIO DELLA REPUBBLICA LIGURE che subito intraprese una assidua CAMPAGNA PUBBLICITARIA A FAVORE DELLE NUOVE IDEE, DEL NUOVO REGIME POLITICO E IN AVVERSIONE ALLA VECCHIA NOBILTA' GENOVESE 

Gradualmente si soppressero le amministrazioni locali.

QUI DI SEGUITO SI PRODUCONO DOCUMENTI ATTINENTI.

Come si legge nel Registro delle sezioni del Governo Provvisorio della Repubblica di Genova, Genova, Stamperia Nazionale Ventimiglia spedì a Genova due deputati (il sacerdote Gaetano Olignani che aveva rigettato il titolo di Magnifico e tal Sebastiano Gibelli) per ratificare il successo della Rivoluzione e giurare fedeltà alla Nuova Repubblica. Nel testo si legge, al modo ampolloso e retorico dell'epoca, il discorso pronunciato dall'Olignani:
Cittadini rappresentanti/ Gli antichi e valorosi Intemelii popolo generoso che col nascere della Repubblica latina on vincolo d'unione indissolubile confederossi coi figli di Quirino, divenuto così uno dei dei più illusti municipii di quella grande nazione, quel popolo istesso strinse un'eguale fratellanza cogli incliti figli di Giano; quando in un'epoca però disgustosa ed esecranda, quando l'ambizione, l'ignoranza e l'errore di acuni di questi riconcentrando in se stessi i comuni diritti dei loro concittadini e di tutte le confederate liguri popolazioni innalzarono con sacrilega mano l'esecrabile trono dell'aristocrazie. Videsi ben tosto in allora tiranneggiato il nostro comune ed oppresso; disparirono come un baleno i più sacri inviolabili rapporti di lor natura per patto sociale inalterabili, vieppiù suggellati eziandio col grande atto solenne di religione, sì con giuramento reciproco. Questi mostri dell'uman genere, snaturati misantropi ci opprimevano nelle più barbare forme, persino in questi ultimi tempi, sebbene per ragione di sito attaccati al suolo della libertà della più grande nazione. Uno di questi investito di pubblico manto, contro le voci della umanità reclamanti, ci costrinse a cibarci di un pane mefitico per consulto de fisici stimato nocevole alle più robuste costituzioni. Che più? A tal grado di perfidia pervenne perseguitando accanito alcuni dei nostri onorti cittadini, e la stessa pubblica comunale rappresentanza oppresse e disonorò, per aver essa pensato a mezzi di provvidenza ben necessarii per allontanare la minaccia terribile di una contagione generale, di uno dei più puri elementi, sì dell'aria medesima. Ma che? Noi stessi deputati fummo due innocenti vittime sacrificate barbaramente alle di lui ambizioni e puntiglio e per lungo continuato tempo allontanati dal seno della nostra patria e famiglia, senza processo e giustizia (giustizia inaudita) subimmo una tal pena. Il luminoso sereno giorno della rivendicazione dei comuni diritti inalienabili di libertà ed eguaglianza è giunto finalmente, o cittadini rappresentanti; all'apparire che fece sul nostro suolo il rimo dei vostri decreti, sbocca baccante il popolo intiero e bacia e ribacia i dolci nomi di libertà ed eguaglianza forieri di nostra rigenerazione: Gridano tutti: siamo liberi, siamo eguali. Il mostro infernale dell'aristocrazia è finalmente coi piedi vittoriosi schiacciato, l'entusiasmo modificato poi in dolci effetti, a prorompere in lagrime i nostri concittadini, di ceti, di preminenze, di età: e dolci singhiozzi frammischiati agli evviva fanno eco festosa; e il popolo prorompe in mille voti per la vostra felicitazione. Tutti protestano di voler vivere e morire in difesa di questi sacri diritti inalienabili di libertà ed eguaglianza. Ci onora il nostro comune dell'augusto carattere di deputati di un popolo libero per felicitare Voi, gloriosi rappresentanti della libertà ligure. Vendicateci ed a suo nome accettate i fervidi voti del nostro comune e le di lui felicitazioni. Viviamo persasi dell'assiduità delle vostre cure e premura per il generale vantaggio ed afrettatevi a compiere la grand'opera, di cui ne avete l'onorevole incarico, tutto ripromettendoci noi, dal bene conosciuto nostro patriottismo. Fraternizziamo finalmente o rappresentanti gloriosi, ma tremino gli antichi oppressori dell'uomo e del cittadino e tu, o veloce fama ne porta il nome alla rigenerata nostra patria.

 

Progetto della commissione legislativa genovese per la promulgazione di una nuova costituzione da edizione napoletana assolutamente identica alla coeva edizione della stamperia nazionale di Genova, di cui si propone l'incipit: "il popolo ligure considerando che il passato suo avvilimento e' provenuto dall'essere stato soggetto ad un governo aristocratico, ed ereditario, e dall'essersi separato in classi differenti, ha stabilito di non formare in avvenire che una sola famiglia coll'adottare una Costituzione fondata su i veri principj della Libertà e dell'Eguaglianza...'. La sovranita' era riconosciuta nelle mani del popolo essendo 'indivisibile, inalienabile, imprescrittibile'. Seguivano quindi le dichiarazioni dei diritti e dei doveri dell'uomo e del cittadino, lo stabilimento di un corpo legislativo diviso in due consigli, e di un Direttorio. Si dichiarava che la repubblica conservava la religione Cristiana Cattolica, tuttavia i beni ecclesiastici di qualunque natura appartenevano alla nazione. Il progetto venne divulgato nel mese di agosto e si fissò per il 14 settembre la popolare accettazione. Tuttavia i vari interessi che venivano toccati dalla costituzione erano troppo forti e così scoppiò il malcontento quasi generale. La sollevazione comincio' nella valle di Bisagno e poi si propagò nella riviera di Levante fino a Sarzana e in quella di Ponente fino a Polcevera. Il Governo provvisorio, all'annuncio della rivolta, affermo' di dover rivedere alcuni articoli della costituzione specie quelli riservati alla religione cattolica.  Nel 1798 venne dunque domata una CONTRORIVOLUZIONE a Genova... 

L'anno II della Repubblica Ligure, l'8 marzo 1799 essendo presidente nazionale il cittadino Leveroni fu trasmessa al Consiglio dei Seniori, di cui era presidente il cittadino Pizzorni, una bozza di legge che, approvata il 4 aprile 1799, fu trasmessa, essendo presidente il cittadino Costa e segretario generale il cittadinoSommariva, al direttorio esecutivo che l'approvò e la fece pubblicare il giorno successivo: venne così promulgata la fondamentale LEGGE che per riordinare la REPUBBLICA LIGURE sanciva alcuni punti basilari dai seguenti titoli: DELLE AMMINISTRAZIONI GIURISDIZIONALI, CONTRIBUZIONI, BENI NAZIONALI, ISTRUZIONE PUBBLICA, STABILIMENTI RELIGIOSI E SOCCORSI PUBBLICI, LAVORI PUBBLICI, POLIZIA GENERALE, SORVEGLIANZA SULLE AMMINISTRAZIONI MUNICIPALI: essa davvero segnava la fine delle ultime parvenze burocratiche dell' AMMINISTRAZIONE DELLA REPUBBLICA DI GENOVA ed inaugurava la breve ma importante storia della REPUBBLICA LIGURE.


 

 INDICE delle materie più interessanti delle Leggi ed Atti del Corpo Legislativo Ligure


Succedettero comunque tempi difficili come quelli della crisi dei francesi e la loro ritirata con gli alletati italiani - ricordiamo qui il grandissimo poeta Ugo Foscolo - da Genova presa dagli austriaci, anche se tutto fu risolto dal pronto intervento di Napoleone con la II Campagna d'Italia che comportò tuttavia scelte autoritarie.

I governi che si alternano dall'anno 1797, che segnò la "morte" dell'antica Repubblica di Genova e l'avvento della rivoluzionaria e filofrancese Repubblica Ligure, si impegnarono molto nel settore dell'educazione, superiore e non.
Il governo locale, ricostituito dal 1802, emanò un regolamento per l'Università attivando una commissione agli studi di cinque membri, di cui 4 in rappresentanza delle quattro facoltà (teologica, filosofica, legale, medica) ed un ulteriore membro a garanzia dell'elezione libera dei professori.
Gli studi di medicina, che fino a tale periodo si erano tenuti a Pammatone ed erano vigilati dai protettori dell'ospedale, passarono all'Università.
Il ciclo degli studi per il conseguimento delle lauree prevedeva tre o quattro anni sotto la vigilanza della commissione che ha il compito di ordinare il piano degli esami che gli studenti sono tenuti a superare per conseguire il titolo di laurea.
Dopo la costituzione dell'Impero francese, che assimilò la Repubblica ligure, gli studi superiori furono suddivisi nelle scuole speciali di diritto, medicina, scienze fisiche e matematiche, scienze commerciali, lingua e letteratura, farmacia.
L'Università di Genova ebbe quindi a patire un declassamento e, seguendo un destino simile a quello di altri centri culturali periferici dell'Impero, prese ad esistere solo in funzione dell'unica Università imperiale di Parigi.

TIMBRO IN METALLO CON IL SIMBOLO DELLA REPUBBLICA RIVOLUZIONARIA LIGURE (1797 - 1805) - CUSTODITO AL MUSEO DEL RISORGIMENTO DI GENOVA

   

Sì che, come altre, la Repubblica Ligure, soppressa dal Bonaparte fu unita per ascrizione, voluta dal Bonaparte, della Liguria alla vasta compagine del napoleonico IMPERO FRANCESE sotto la specie politico-militare di non dover dispergere utili energie per controllare le problematiche di Repubbliche soggette sì al controllo transalpino ma troppo frammentate e gestite da fazioni spesso contrapposte e potenzialmente in grado di fomentare rivolte antifrancesi.

Napoleone procedette ascrivendo la Repubblica ligure nella compagine del vasto Impero da lui creato si impegnò ad esercitare anche sul suo clero, come su quello dei vari Paesi da lui assimilati [ma peraltro continuando un'OPERA già intrapresa dalla Repubblica rivoluzionaria ligure], una forma di controllo che mirava da un lato a laicizzare il nuovo Stato e dall'altro aveva lo scopo di regolamentare i vari aspetti della vita ecclesiastica, sì da farsene un sostegno irrinunciabile: da qui derivò tra l'altro l'importante DECRETO CONCERNENTE LE FABBRICHE (CHIESE): di seguito è QUI riproposto un utile INDICE per visualizzare i vari aspetti in cui, anche per concedere uniformità alla gestione di legati, lasciti e patrimoni, vengono laicizzati (si veda la TERMINOLOGIA USATA) e ristrutturati vari aspetti della vita ecclesiastica in Liguria ponentina come in ogni altra contrada dell'IMPERO.


da Cultura-Barocca