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martedì 20 marzo 2018

Il Calepino

Nel 1502, dall'officina reggiana di Dionigi Bertocchi usciva a stampa la prima edizione di un'opera destinata a grande successo e realizzata da un bravo monaco, votatosi al Signore, ma pure ad assemblare i tesori della nostra lingua madre.
Questo frate umanista era un figlio naturale (ma legittimato) di tale Trussardo dei conti di Calepio, nel bergamasco, ed era nato al mondo probabilmente nel 1440 come Jacopo, poi entrato col nome di Ambrogio tra gli eremitani agostiniani nel 1458.

L'opera - uscita dai torchi con il titolo: Ambrosii Calepini bergomatis Dictionarium ... , industria presbyteri Dionisii Bertochi impressoris in folio e senza numerazione delle pagine era il primo "calepino", cioè quel dizionario - un po' lessico. un po' enciclopedia antiquaria, con abbondanti digressioni erudite - più volte ristampato, ampliato e divenuto celebre, sia vivente l'autore, sia, soprattutto, dopo la sua morte (quasi certamente nel gennaio 1510).
Senza saperlo però il Calepino non diede il suo nome solo a quello che resta un best seller del XVI secolo e la pietra miliare di un monumento conclusosi solo - nei continui rifacimenti - a Settecento inoltrato.
L'opera infatti conseguì una tale fortuna da passare a designare per antonomasia lessici, dizionari, repertori.
Sino ai giorni nostri.
Quali fosse poi l'asse vincente di questo dizionario lo spiegano gli specialisti: sottolineando che il lavoro di fra' Ambrogio rispettò la tradizione ma l'aggiornò con le acquisizioni più recenti non ancora valorizzate dalla nuova stagione umanistica.
Trascorsi il noviziato a Milano e alcuni anni tra Mantova, Cremona, Brescia, dopo l'ordinazione sacerdotale (a Cremona nel 1466) Ambrogio tornò a Bergamo.
E proprio qui, nel convento di Sant'Agostino, per lunghi anni lavorò alla composizione del Dictionarium: quasi sino a perdere la vista.
Secondo documenti d'archivio rintracciati da Angelo Mazzi e ricostruzioni successive di Antonio Tiraboschi, il contratto per la prima edizione ebbe luogo il 5 giugno 1498 nello stesso convento.
A quel periodo, stando a cronache antiche, frate Ambrogio lavorava alla sua impresa da oltre dieci anni, come conferma la data del 1487, anno d'un primo abbozzo autografo del futuro dizionario.
Almeno nove le edizioni apparse fra il 1502 e il 1509, quindici quelle tra il 1509 e il 1520 (anche in centri come Parigi, Strasburgo, Basilea ...).
E se fra' Ambrogio, non contento della prima edizione, subito vi mise mano per renderla migliore, dopo la sua morte, i confratelli di Sant'Agostino (dove giaceva il manoscritto con le correzioni) affidarono una nuova stampa a tale Bernardino Benaglio, che aveva torchi a Venezia.
La seconda redazione dell'opera - prima di molte postume - uscì così il l0 marzo 1520.
Nel frattempo comunque la fortuna editoriale del Dizionario aveva già varcato le frontiere imponendosi come utile strumento enciclopedico fra retori e grammatici, teologi e filosofi.
Il latinista padovano Jacopo Facciolati, due secoli e mezzo fa, diede all'abbozzo originario monolingue di fra' Ambrogio la forma definitiva: elencando, accanto a ogni parola latina, le relative citazioni dei classici, la sua traduzione in italiano, ebraico, greco, tedesco, francese, spagnolo.

da Cultura-Barocca