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venerdì 15 settembre 2017

Sui Templari

Baldovino II cede la sede del Tempio di Salomone a Hugues de Payns e Gaudefroy de Saint-Homer. Miniatura da Histoire d'Outre-Mer di Guglielmo di Tiro, XIII secolo - Foto: Wikipedia
I disarmati Benedettini, benché abili nel rinvigorire la fede in Cristo fra le popolazioni alpestri ancora suggestionate da tradizioni pagane, presto non bastarono più a proteggere i tanti Pellegrini che, in visita ai Luoghi Santi d'Europa e d'Oltremare, andavano percorrendo le direttrici storiche ridisegnate dai monaci.

Per queste finalità pratiche acquistarono allora incredibile potenza vari Ordini monastico-cavallereschi che s'erano sviluppati in Terrasanta, durante le Crociate.

L'ORDINE DEI CAVALIERI TEMPLARI, istituito in Terrasanta nel 1119 da Ugo di Payens ed altri otto Crociati, ottenne da Baldovino II un palazzo dove sorgeva il Tempio di Salomone: previo il riconoscimento della CHIESA ROMANA l'ORDINE ottenne successivamente la stesura di una propria REGOLA che ne informò tutto lo slancio religioso e militante.

I Templari, oltre ad essere frati guerrieri, a combattere gli Arabi ed a proteggere seppur dietro compenso i "Pellegrini del Sacro", gestivano un pò ovunque, sia sui percorsi per le SPAGNE che per la TERRASANTA , dei ricoveri per viandanti , degli OSPEDALI in cui tuttavia oltre che il riposo ed il conforto del cibo ai viandanti, sempre dopo pagamento, mettevano a disposizione le loro conoscenze in campo medico .
Alcuni fra loro avevano rafforzato queste competenze soprattutto con la frequentazione di quei medici arabo-egiziani che avevano tratto la loro formazione dai testi greci = dopo il crollo della Romanità la Medicina nell'Europa Cristiana era degradata a livelli modestissimi ed era stata recuperata soprattutto sulla scia della Scienza Araba da cui i Cavalieri del Tempio appresero molte nozioni specie quelle collegate all'arte dei Rizotomi, poi Aromatarii e quindi Erboristi non sempre, però, condivise dall'ecumene della Cristianità per interferenze -certo suggerite dalla superstizione e dal rifiuto del mondo antico- sia con il contesto pagano ed idolatra quanto con l'interferenza di occulte forze demoniache : tutte cose che, ben manipolate, avrebbero contribuito ad alimentare una certa quanto ingiusta "leggenda nera dei Templari".
Dalla medicina e dalla scienza degli Arabi i Cavalieri del Tempio avevano oltre a ciò ricavate ulteriori nozioni, del tutto incomprensibili nell'Europa Medievale quanto non completamente prive di fondamento ed utilità: contestualmente alcuni di loro si erano accostati alla sempre controversa disciplina dell' ALCHIMIA sì da poter esser ritenuti -laddove li si volesse colpire ed attaccare per qualsiasi ragione- anche praticanti di magia.
Oltre a ciò, per quanto la
MEDICINA DELL'EPOCA GIA' CONCEDESSE - COME AVREBBE CONTINUATO PER SECOLI - RILIEVO A QUESTE TERAPIE SI' DA CREARNE UN VERO AFFARE ECONOMICO
pure loro al pari di tanti erano diventati "commercianti" della
MUMMIA
[la fondamentale sostanza ricavata dai resti delle mummie egizie e cui per secoli fu attribuita una notevole capacità terapeutica in varie patologie = La Mummia fu a lungo utilizzata come medicamento ed altissimo era il suo prezzo anche a piccole dosi per i preziosi componenti terapeutici che vi si ritenevano racchiusi ed ancora efficaci e ad essa furono dedicate autentiche ed approfondite trattazioni).
Nemmeno è da escludere, attesa la generale aspettativa, che al pari di tanti altri investigatori delle stranezze commerciabili del Medio Oriente anche dei Cavalieri del Tempio si siano spinti alla vana ricerca della misteriosa pianta officinale del SILFIO, contestualmente imparando ad apprezzare, come profilattico e strumento terapeutico, BAGNO TERMALE.
Ma tutte queste frequentazioni se per un verso fecero riconoscere loro meriti non comuni contribuirono, tra il numero crescente dei nemici che invidiavano la loro condizione ambendo di impossessarsi sia delle loro conoscenze che soprattutto delle loro ricchezze, a diffondere la voce -chiaramente utilizzata seppur insieme ad accuse ancor più gravi nel famoso procedimento che portò alla Soppressione dell'Ordine- della loro pratica con forze spirituali di natura magica e pagana e quindi di matrice diabolica.
Questi frati guerrieri raggiunsero presto grande potenza per il loro ruolo di "guardiani delle vie di mare e terra"; anche se non mancarono casi in cui un esasperato giudizio di potere li indusse a far uso indiscriminato delle armi .
Proteggendo i viandanti, facendosi pagare l'ospitalità o combattendo in Terrasanta, i Templari erano soprattutto divenuti ricchissimi: nel 1244 questi cavalieri franco-provenzali di nobile origine, che indossavano una livrea bianca ed un candido mantello ornati da una croce vermiglia, si erano distinti a Gaza combattendo i musulmani: al loro servizio stavano scudieri non nobili, riconoscibili dalla dotazione militare (armamenti di cuoio e lancia) oltre per il caratteristico mantello bianco e gli stendardi da battaglia che ostentavano nelle parate militari. Guglielmo Bonanato, sposo di Benvenuta, conservava nella sua casa di Dolceacqua (IM) tale strumentazione, il mantello, la lancia ed armi da taglio proprie degli scudieri (not. di Amandolesio, doc. 233, del 3-V-1260): potrebbe non significare alcunchè la "fiala d' olio" che era in casa sua ma il "lebète" dice qualcosa di più interessante. Si trattava infatti di un oggetto di tradizione greco-romana (piuttosto raro e pregiato nell'Occidente medievale) che poteva servire per lavori domestici come riscaldare l'acqua o cuocere vivande : era stato usato anche per abluzioni votive nei templi pagani ed in antico rientrava tra i premi pattuiti per i vincitori dei giochi olimpici, vista la preziosità artistica di alcuni esemplari. La tipologia dell'apparecchio e la poliedricità degli usi appartenevano dunque ad una tecnologia sofisticata di cui nell'Europa Occidentale si era già persa memoria ed infatti nella casa di Guglielmo e Benvenuta esisteva anche un comunissimo "paiolo", rozzo corrispondente occidentale di questo strumento ellenistico: l'evidenza che fu data dal notaio al "lebéte" sembrerebbe da connettersi proprio alla sua rarità, come avvenne, in parecchie altre documentazioni, per altri utensili orientali rapiti dai Templari e dai loro scudieri-servitori, in modo particolare durante il saccheggio di Gaza. I Turchi del Kwaresmi , respinti dall'Asia centrale ad opera delle tribù mongoliche, eran passati al soldo del Sultano egizio e per lui eran riusciti a rioccupare Gerusalemme, già liberata dai Cristiani. Le truppe egiziane e coresmie avevano inflitto nei pressi della città di Gaza una bruciante sconfitta ad un esercito franco; solo i cavalieri del Tempio scamparono alla disfatta ed acquisirono gran meriti per aver salvato molti Crociati in rotta, così da tornare in Europa fra gli onori e sprattutto colle grandi ricchezze rapite all'Oriente proprio dopo il saccheggio di Gaza.

Col passar del tempo i CAVALIERI DEL TEMPIO acquistarono vieppiù forza e prestigio in Europa, specie in Spagna, Francia e Italia Nord-occidentale: le rovine della loro roccaforte a Ponferreda (Leòn, metà XII secolo, con varie ricostruzioni ed ampliamenti) restano l'attuale testimonianza di un enorme successo socio-economico.
L'influenza acquisita anche sulla Corte francese suscitò però i sospetti del Sovrano Filippo IV il Bello che fece arrestare tutti i Templari del suo tempo, con l'appoggio del Pontefice avignonese Clemente V (1305-14), cui aveva ispirato la BOLLA DI SOPPRESSIONE DELL'ORDINE DEI TEMPLARI.
Nel CONCILIO (1311-12) tenuto a VIENNE (città che aveva conservato anche nell'età di mezzo la rilevanza che aveva avuto ai tempi di Roma e che tuttora attestano alcuni monumenti) si dettarono poi le norme di soppressione dei Templari e con 7 successive Bolle si stabilirono i dettami delle persecuzioni individuali, della soppressione dei Priorati ed in particolare dell'assimilazione dei beni dell'Ordine che, per quanto destinati ufficialmente ai Gioanniti, finirono in gran parte nel Tesoro dei Re. Il Concilio durò tuttavia oltre il preventivato per il fatto che fra il Clero avignonese, benché asservito alla corte, erano sorti in istruttoria aspri contrasti sulla liceità dell'operazione e sulla presunta falsità delle accuse mosse ai Templari: non è infatti casuale come, nonostante le pretese di Filippo IV, il Concilio abbia poi abolito l'Ordine solo con un atto amministrativo e non con una condanna ufficiale. Il rallentamento della pratica inquisitoriale fece sì che parecchi Templari riuscissero ad evadere dal territorio francese, rifugiandosi in Paesi confinanti: sarebbe interessante, in un lavoro specifico, recuperare la maggior quantità di notizie possibili sui movimenti di monaci Templari nel periodo compreso fra il 1310 ed il 1315 lungo i tragitti che dalla Provenza portavano alla Padania ed alla Savoia.
Filippo IV comunque sulla scia delle conclusioni conciliari e della soppressione dell'ordine per infamia ed eresia ebbe facile gioco, nel suo regno, a perseguire i Templari che non avevano potuto o voluto fuggire: così contro tanti di questi monaci guerrieri, tra cui il loro maestro generale, accusati di empietà e peccati contro natura, furono intentati terribili processi, ispirati alle norme più severe del diritto intermedio in cui dopo una confessione estorta con la tortura inquisitoriale venivano pronunciate le condanne che, dopo aver ordinato l'alienazione di tutti i beni dei rei, condannavano quasi sempre questi sciagurati alla morte sul rogo.