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venerdì 12 maggio 2017

Sugli Agostiniani

Genova: Chiesa di Nostra Signora della Consolazione - Foto: Wikipedia
Le opere di Sant'Agostino, "Dottor massimo", erano studiate dal clero genovese fin dai primi tempi e soprattutto in occasione delle grandi dispute teologiche; S. Prospero indirizza a due sacerdoti di Genova le sue opere contro il semipelagianesimo.
La tradizione continua a ripetere che a Genova Agostino, sua madre e tutti i familiari che già convivevano con lui a Milano, presero imbarcandosi la via di Ostia per l’Africa. Approdò a Genova la nave che trasportava dalla Sardegna le preziose spoglie di S. Agostino; il re Liutprando, accompagnato dai duchi e dai magistrati, venne ad accoglierle a Genova con parte del suo esercito e quel passaggio imperiale, pacifico e devoto lasciò profondi segni di storia e di devozione lungo tutto il tragitto fino a Pavia. Il convoglio imperiale risalì la valle Polcevera, la Val Secca e le colline di Voiré, poi in valle Scrivia attraversando Savignone, Mongiardino, Rocchetta ligure, S. Sebastiano Curone, Varzi, Voghera. Il convoglio imperiale si accampò a Casei Gerola per il guado del fiume Po’ ( Revello L. Enrico - Alfa ed Omega. Nel miraggio di Genova e dei suoi monti, Genova, 1928, pag. 21). A Genova Sampierdarena si conserva la Cella, piccola cappella dove fece tappa il feretro di Agostino e si attribuisce al re Liutprando la primitiva fondazione della Chiesa di S. Agostino in Sarzano.
Alcuni documenti storici attestano che alcune comunità agostiniane si insediarono a Genova dopo l’invasione vandalica dell’ Africa, e che la prima forma di vita di regola agostiniana è attestata con l’avvento dei Canonici regolari di S. Croce di Mortara (anno 1080) che officiarono le chiese di S. Teodoro, N.S. del Monte, S. Maria di Granarolo, S. Giovanni di Paverano, S. Maria del Prato in Albaro,, N. S. di Belvedere in Sampierdarena, e S. Maria del Priano, ora santuario Virgo Potens.
La prima dimora degli Agostiniani in Genova dopo la grande unione dell’ Ordine fatta dal Papa Alessandro IV il 9 aprile del 1256, risale al 1255 nella zona di Luccoli tra le Chiese di S. Domenico e Santa Caterina, ma, allontanati dalle Clarisse, presero dimora in Sarzano dove nel 1260-70 costruirono la Chiesa dedicandola a S. Tecla. La facciata fu terminata nel 1289 e il portale nel 1380. Nel 1477 fu intitolata a S. Agostino.
La Provincia di Lombardia possedeva in Liguria i seguenti conventi: 1. Genova , S. Agostino; 2. Sturla, La Nunziata; 3. Varese Ligure, S. Croce; 4. La Spezia, S. Agostino. Era costituita dunque dai Conventi che appartenevano alla Congregazione di S. Giovanni Bono, detti Giamboniti: ; negli antichi cataloghi era la prima dell'Ordine. A tale primato se ne aggiunse un altro di maggior dignità nel 1331, quale "custode" del Sepolcro del S. Padre Agostino in Pavia (unitamente e alla pari con i Canonici Lateranensi), per merito precipuo del grande Generale Fra Guglielmo Amidani di Cremona (1326-1342).
La sede della Provincia di Lombardia era presso il Convento di S. Marco di Milano, fondato nel 1254 dal Beato milanese Fra Lanfranco Settala, quand'era ancora Generale dei Giamboniti. Egli fu il primo Generale dell'Ordine, ed il principale promotore della "Grande Unione" del 1256, e del suo rapido incremento in tutta l'Europa. Morto nel 1268 a Milano, e sepolto nella sua chiesa di S. Marco, venne onorato con un monumento sepolcrale, che è attribuito al pisano Giovanni di Balduccio, lo stesso artefice, a quanto pare, dell'Arca monumentale di S. Pietro in Cieldoro a Pavia, datata 1362.
Dal convento della Cella di Sampierdarena uscì il Beato Fra Giovanni Rocco Porzio, pavese di origine, autore della riforma agostiniana in Lombardia col nome di " Congregazione dell'Osservanza di Lombardia", fondata a Crema, nel 1439. Aveva la sua sede nel Convento di S. Maria Incoronata di Milano.
Possedeva in Liguria i seguenti conventi: 1. Genova, S. Giacomo in Carignano; 2. Sampierdarena, La Cella; 3. Savona, S. Agostino; 4. Oneglia, La Nunziata.
Apparteneva a questa Congregazione il Beato genovese Fra Gian Battista Poggi, che ebbe il titolo di "Predicatore"; eletto "Socio del Vicario", Fra Agostino di Crema, nel Capitolo di Modena del 1468, essendo Priore del convento di S. Martino di Alessandria, nel 1471 partì con Padri e Professi per la fondazione in Pieve di Teco, dove aveva predicato la Quaresima, di una nuova Congregazione più austera, all’inizio osteggiata dall’ autorità ecclesiastica, e poi riconosciuta da Sisto IV e da Leone X, che sarà poi denominatà "Congregazione dell 'Osservanza di N.S. della Consolazione di Genova", con sede ufficiale nell'omonimo convento di Genova, ma che dal nome del suo fondatore era detta comunemente la "Congregazione dei Battistini".
La Consolazione dell’epoca era localizzata sul colle d’Artoria e abbattuta nel 1681 in quanto pericolosamente vicina alle mura cittadine.
Gli agostiniani acquistarono il palazzo, la casa e il terreno di Francesco Pinelli lungo la strada di Albaro (oggi via XX settembre).
Nel 1684 Mons. Giulio Vincenzo Gentile posò la prima pietra della nuova chiesa, aperta al culto nel 1693.
La fondazione di Pieve di Teco fu "autorizzata" da Sisto IV con la bolla "Devotionis constantia" del 18 settembre 1471, e "approvata" dal Priore Generale Fra Giacomo Dell'Aquila con Diploma del 22 maggio 1473, e "accettata" i1 1° giugno 1482 dal Capitolo generale di Perugia, al quale partecipava anche il Poggi come Vicario e Capitolare, essendo Generale Fra Ambrogio Coriolano.
Il titolo della Congregazione approvata dal Generale Fra Giacomo era: " Congregatio Sanctae Mariae de Consolatione, Ordinis Fratrum Eremitarum Sancti Augustini, de Observantia, de Pedemontis". Il decreto del Capitolo di Perugia diceva esattamente così: "Item, attenta, prompta, humili, ac devota voluntate venerabilis patris Fr. Ioannis Baptistae de Podio Genuensis, qua se, fratres, Congregationem, at con- ventus novem, per eum erectos, et Domino famulantes sub regulari Observantia auctoritae Smi D. N ., et Rmi bonae memoriae Magistri Iacobi de Aquila olim Generalis, obtulit, praesentavit, dedicavitque, ac in perpetuum pollicitus est obbedientam et obsequium. Idcirco ipsum Fr. Ioannem Baptistam, Congregationis S. Mariae de Consolatione Vicarium, fratres eius, et conventus in gremio nostrae Religionis suscipimus et amplectimur; ac praefatae Congregationi omnes et singulas gratias, privilegia, et exemptiones concedimus, quibus ceterae nostrae Religionis Congregationes de Observantia potiri et gaudere solent".
La Congregazione di Genova raggiunse il suo massimo incremento nel sec. XVI; per merito del suo più grande figlio, il P. Fabiano Chiavari (m. 1559), Vicario della Congregazione, Procuratore dell'Ordine, Abate di S. Matteo, mantenne salda la disciplina e la sottomissione al Priore Generale, e i grandi Generali, Seripando di Napoli (1539-1551), e Cristoforo di Padova (1551-1569), le rilasciarono attestati pubblici di massimo gradimento.
La Congregazione di Genova, emanazione della Provincia agostiniana di Lombardia, e che si sviluppò per opera del Beato genovese Fra Gian Battista Poggi, possedeva nel ‘600 e ‘700 33 conventi, di cui 19 in Liguria, 6 in Piemonte, 5 in Emilia, 3 nel Lazio, e precisamente: 1. Genova, N.S. della Consolazione (anno di fondazione, 1475); 2. Genova, S. Agata (1531); 3. Genova-Promontorio, SS. Crocifisso (1608); 4. Genova-Sampierdarena, S. Antonio (1641 ); 5. Pieve di Teco (Imperia), N.S. della Consolazione (1471); 6. Savona. N.S. della Consolazione (1486); 7. Pegli (Genova), N.S. delle Grazie (1592); 8. Celle Ligure (Savona), N.S. della Consolazione (1609); 9. Loano (Savona), N.S. della Misericordia (1580); 10. Cervo (Imperia), N.S. delle Grazie (1600); Il. Oneglia, S. Maria degli Angeli (1472); 12. Pontedassio (Imperia), S. Caterina (1596); 13. S. Margherita (Genova), SS. Nunziata (1595); 14. Rapallo (Genova), S. Agostino (1474); 15. Chiavari (Genova), S. Nicola (1520); 16. Levanto (La Spezia), S. Antonio di Armisco (1495); 17. Ventimiglia, N.S. di Consolazione (1487); 18. Nizza Mar., S. Agostino (1489); 19. Montebruno (Genova), N.S. Assunta (1486); 20. Ceva (Cuneo), N.S. delle Grazie (1473); 21. Mondovì (Cuneo), SS. Annunziata (1474); 22. Cuneo, S.M. dell'Olmo (1594); 23. Fossano (Cuneo), S.M. di Cussanio (1627); 24. Alba (Cuneo), S. Giovanni Battista (1556); 25. Tenda (Francia), S. Dalmazzo (1490); 26. Parma, S. Luca (1498); 27. Borgo Taro (Parma), S. Rocco (1503 ); 28. Fidenza (Parma), S. Pietro (1552); 29. Chiavenna Sottana (Piacenza), SS. Nunziata (1513 ); 30. Piacenza, S. Margherita (1627); 31. Viterbo, SS. Trinità (1521); 32. Genzano (Roma), SS. Nunziata (1622); 33. Roma, S. Giorgio (1612).
Appartennero alla Congregazione di Genova, per periodi più o meno brevi: 1. Busalla (Genova), N.S. della Guardia (1492); 2. Borzonasca (Genova), S. Bartolomeo; 3. Millesimo (Savona), S. Nicola; 4. Bobbio (Piacenza), S. Nicola; 5. Ormea (Cuneo, 1597); 6. Sala (Parma).
Forte di quella tradizione, con i suoi numerosi conventi sparsi anche fuori dalla Liguria, fino a Viterbo e a Roma, arrivò abbastanza in buon ordine sino alla fine del sec. XVIll. La fine della Repubblica di Genova segnò anche la fine della Congregazione di Genova.
La Chiesa della Consolazione di Genova fu chiusa nel 1810.
Nel 1813 divenne parrocchia in luogo della vicina S. Vincenzo, con lo stesso parroco Don Alberti che la resse fino al 1816 quando rientrarono gli agostiniani.